Des dieux étrangers
01/03/2024Cari fratelli e sorelle:
Una volta accadde qualcosa di molto significativo e degno di essere analizzato da noi che studiamo la Bibbia. I Filistei, nemici naturali del popolo di Dio, catturarono in battaglia l’arca dell’alleanza e la portarono da Eben-ezer ad Asdod. Questa era una delle cinque città principali dei Filistei insieme a Gaza, Ascalona, Gat ed Ekron. Ad Asdod si concentrava il culto del dio Dagon che alcuni studiosi considerano il dio pesce. Questa teoria non è accettata da tutti, ma la questione più importante è che era una divinità adorata tra i popoli semiti. Quando i Filistei invasero la Palestina adoravono Dagon e, come dicevamo, nel tempio di questo dio fu portata l’arca del patto dopo che ebbero ucciso trentamila Israeliti.
Le lezioni di Dio
Ogni volta che accadono cose che mettono alla prova la fede fino al massimo, dobbiamo capire che Dio vuole darci una lezione. Vale a dire che ciò che accade, per
quanto angoscioso possa sembrare, contiene un insegnamento per il credente che deve imparare se vuole crescere in santità. Dio ci ama così tanto che, vedendo la nostra fine fin dall’inizio, sa che ci perderemmo nel continuare ad abbracciare i nostri errori e concetti sbagliati. Per questo agisce, a volte in modo drastico, per allontanarci dal destino fatale che ci attende: “perché l’Eterno corregge colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce.” (Proverbi 3:12).
Israele, il peculiare popolo di Dio, si era allontanato dalle vie rette per andare dietro alle nazioni pagane. Il fatto che Israele prendesse l’arca per combattere i Filistei fa capire che consideravano l’oggetto più importante del Progettista dell’oggetto; che vedevano nell’arca la fonte del suo potere, al di sopra del potere che viene da Dio. Così pensavano anche i Filistei ed è per questo che collocarono l’arca nel tempio del loro dio. Ma non sapevano quello che li aspettava. Consideravano il Dio di Israele ora loro alleato perché possedevano l’arca.
Tutto ciò che accadde all’interno di quel tempio fu un chiaro avvertimento del vero Dio, che ruppe l’immagine di Dagon e lo umiliò davanti all’arca. La prima volta l’immagine cadde prostrata a terra davanti all’arca e la seconda accadde la stessa cosa, ma questa volta la testa era separata dal corpo e anche le mani (1 Sam. 5:1-4). Non c’è stato alcun intervento umano, è stata la mano di Dio che ha fatto questo e quando Dio agisce le prove sono così chiare che nessuno può negarle. Farlo equivarrebbe a un suicidio spirituale.
I Filistei, pieni di paura, restituirono l’arca, perché stavano avvenendo molte perdite nei loro domini. Hanno ricevuto il messaggio del cielo. La domanda è: gli Israeliti l’hanno capito? No, perché altrimenti i figli di Eli e tutto il popolo sarebbero tornati dalle loro strade malvagie. Si sarebbero potute evitare le migliaia di perdite di soldati, la morte di Eli, quella dei suoi figli, il disonore d’Israele, l’angoscia dei cuori della gente. Ma… a volte non impariamo o non vogliamo imparare e dobbiamo cadere nelle mani del nemico per un po’.
Il potere dell’amore
Nei tempi antichi, il Signore riservò un popolo a cui diede la sua legge per proteggerli dal male e renderli felici. I dieci comandamenti, dunque, lungi dall’essere un cumulo di divieti, sono una salvaguardia contro il degrado e la morte eterna. Quando analizziamo la Legge di Dio, osserviamo che ogni comandamento è basato sull’amore. I primi quattro ci chiedono di amare Dio, mentre il resto ci chiede di amare il prossimo. Il riassunto, dunque, è l’amore l’essenza della Legge e non la restrizione arbitraria come Satana e molti dei suoi seguaci vogliono far capire. ““Dio è amore”. 1 Giovanni 4:16. La sua natura e la sua legge sono amore. Lo sono sempre stati, e lo saranno per sempre”. (Mente, Carattere e Personalità, Tomo 1, p. 253, spagnolo).
È chiaro che, possedendo ciascuno di noi una natura peccaminosa, non possiamo obbedire con le nostre forze, ma Dio ha provveduto in Cristo i mezzi necessari per raggiungere la norma di giustizia. Il Signore Gesù Cristo obbedì perfettamente alla Legge di Dio e aprì la via affinché ogni figlio e figlia di Adamo possano sottomettersi ai principi divini attraverso la grazia che Egli ci impartisce. La presenza dello Spirito rende possibile che diventiamo nuove creature e che le cose vecchie siano storia (2 Corinzi 5:17).
Confidando nella potenza di Dio
Il titolo di questa lettera pastorale è “Divinità straniere”. Qual è lo scopo di questo scritto? Mostrare che, quando diamo il primo posto a persone, idee o cose al di sopra di Dio, stiamo “adorando” il dio Dagon, simbolicamente parlando. Quei Filistei pensavano che adorare Dagon fosse la chiave del loro successo nella vita, mentre il vero Dio mostrò loro che Dagon era solo un’immagine inerte senza più valore di una semplice pietra. Questo può essere compreso senza difficoltà, il problema è quando trasferiamo la questione nella nostra vita personale e cerchiamo altri “dagon” che forse stiamo adorando senza rendercene conto. La Testimonianza dice: “All’uomo è proibito dare a qualsiasi altro oggetto il primo posto nei suoi affetti o nel suo servizio. Tutto ciò che ci attrae e tende a diminuire il nostro amore per Dio, o che ci impedisce di servirlo nel modo giusto, è per noi un dio” (Patriarchi e Profeti, pag. 277. spagnolo).
Sansone affrontò anche i Filistei e fu fatto prigioniero e portato al tempio di Dagon a Gaza. Per i Filistei Sansone era come il loro trofeo, la dimostrazione della loro superiorità e ora volevano offrire un grande sacrificio al loro dio Dagon. Presero Sansone dalla prigione e lo condussero davanti a tutti i dirigenti che si erano riuniti per celebrare la sconfitta dell’uomo più forte della terra. Ma il Signore ha restituito la forza a Sansone, che ha abbattuto le colonne del tempio e migliaia di Filistei sono morti schiacciati dalle macerie del tempio. Il problema di Sansone è che non seppe apprezzare il dono di Dio, accettò altri dei nella sua vita e questi lo distrussero. Quali dei aveva? L’appetito sessuale depravato che lo ha portato a cercare le donne che lo hanno rovinato. Doveva controllare le sue passioni e porsi sotto le direttive divine, per questo Dio gli aveva dato la sua forza straordinaria, perché servisse Lui e non le sue basse passioni.
Conclusione
Abbiamo qualche dio straniero a cui stiamo servendo? Forse no o forse sì, ognuno deve porsi questa domanda e rispondere onestamente. Se la risposta è positiva, siamo invitati ad abbandonare questa adorazione e dare la preminenza a Dio. Gesù lo spiegò molto bene quando insegnò che la prima cosa che dobbiamo fare, come suoi figli e figlie, è cercare “prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia” (Matteo 6:33). Tutto ciò che ostacola il nostro rapporto con Dio, ci allontanerà da Lui e ci farà sicuramente del male. Può essere una relazione con una persona, l’amore per il denaro, l’autocommiserazione del nostro ego, l’egoismo, la moda, le passioni incontrollate e altre cose.
© José Vicente Giner
Pastore
Per la meditazione personale o di gruppo:
- Cos’è l’idolatria?
- Presenta alcune forme di idolatria della vita moderna?
- Come possiamo sconfiggere gli altri dei?
- Qual è l’essenza della Legge di Dio?