Due pensieri

Cari fratelli e sorelle:

            Studiare la vita e l’opera del nostro Signore Gesù Cristo ci aiuterà a immergerci nei suoi desideri, obiettivi, carattere, priorità e modi di affrontare le situazioni della vita. I suoi insegnamenti appariranno nitidi ai nostri occhi e sarà più facile, con l’aiuto dello Spirito Santo, incorporarli nel nostro modo di essere. Per questo Gesù dice: “Accettate il mio insegnamento e imparate da me che sono paziente e umile. Con me troverete riposo.” (Matteo 11:29).

È impossibile essere come Cristo se non lo conosciamo; forse in modo spontaneo possiamo rivelare certi aspetti del suo modo di essere, ma non è la stessa cosa che si associano al nostro carattere alcuni tratti di Cristo, mentre altri ci allontanano da Lui. In realtà, si compirebbe l’adagio biblico: “Può forse dare una sorgente d’acqua dolce e acqua amara allo stesso tempo?” (Giacomo. 3:11-13). O serviamo il Signore o lo rinneghiamo. Nella vita cristiana non esiste il bene, il meno bene, il male e il meno male. O è bene quello che facciamo o è male. Non ci viene data l’autorizzazione biblica di avere un piede nel peccato e un altro nella fedeltà. Infatti, il tiepido, che sembra il più vicino alla neutralità (Apocalisse 3:16), viene vomitato, alla fine, dalla bocca del Signore.

Potremmo chiederci cosa sarebbe successo nel caso in cui Giuseppe, quando fu portato in Egitto, avesse preso la posizione di dubitare di Dio, esitare tra essere fedele e lasciarsi trasportare un po’ dai piaceri del paese dei faraoni. Sono sicuro che la storia che conosciamo non sarebbe stata scritta. Paolo non ha trascorso la sua vita cristiana discutendo di essere fedele a Cristo o seguire le vecchie strade. Gettò la sua sorte con il crocifisso e offrì la sua vita per la causa del Vangelo.

Essere cristiani

In realtà, che cosa significa essere cristiani? Essere come Cristo. Ma questo nella prassi risulta tremendamente difficilissimo; perché ogni seguace di Gesù sa che una cosa è ciò che professiamo e un’altra cosa è ciò che pratichiamo. Dovrebbero essere in armonia, così funziona la vita di fede: “Chi dice di essere unito a Dio, deve vivere come visse Gesù Cristo.” (1 Giovani 2:6). Ma non dobbiamo dimenticare che ogni essere umano possiede una natura peccaminosa, cioè che nasciamo con tendenze al male e successivamente ci risulta facile coltivarle. Portare i frutti della carne è ciò che ogni essere umano, non convertito, sperimenta per natura. Portare i frutti dello Spirito (Galati 5:22-23) significa consegnare completamente il nostro cuore a Dio.

Finché abbiamo un altare nel nostro cuore dedicato all’io, per piccolo che sia, la nostra vita vacillerà tra due pensieri e questo non va bene per un cristiano: “Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, sparge.” (Matteo 12:30). Possiamo essere quel tipo di persone che passano la vita a dubitare della loro fede, a mettere in discussione costantemente cose che dovrebbero essere sistemate e in ordine; o a vacillare tra la fedeltà e la trasgressione. Quando siamo consapevoli della nostra debolezza dobbiamo cercare il volto di Dio. Solo Lui può aiutarci ad abbracciare la verità e a viverla. È l’opera del suo Spirito: “Ma quando verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà in tutta la verità; perché non parlerà da solo, ma parlerà tutto quello che sentirà e vi farà sapere le cose che verranno. Egli mi glorificherà, perché prenderà ciò che è mio e ve lo farà sapere. Tutto ciò che il Padre ha è mio; per questo ho detto che prenderà da ciò che è mio e ve lo farà sapere” (Giovani 16:13-15).

Processo decisionale

            La Bibbia ci presenta l’importanza del processo decisionale, specialmente nella vita di fede. Il problema del popolo di Israele consisteva nell’essere sempre titubante tra due pensieri o due opinioni. Mancava loro decisione, determinazione, coraggio per vivere la loro fede, fermezza e costanza. Essi vivevano seduti sull’incertezza, il dubbio: “Ed Elia, avvicinandosi a tutto il popolo, disse: Fino a quando claudicherete tra due pensieri? Se il Signore è Dio, seguitelo; e se Baal andate dietro di lui. E il popolo non rispose parola” (1 Re 18:21). È interessante come presenta la versione biblica “Traduzione nel Linguaggio Attuale”, questo testo: ”Per quanto tempo cambieranno Dio? Devono decidere per il Dio di Israele o per Baal.” La cosa drammatica della questione è che il popolo non rispose nulla perché avrebbero potuto uscire dal loro letargo spirituale e definirsi. Allora, il passato, Dio l’avrebbe perdonato e sarebbe stata scritta una nuova storia del popolo che rappresentava il vero Dio.

Non possiamo trascorrere la nostra intera vita nuotando nel dubbio, perché non scompariranno mai in questo mondo tutti i motivi che ci spingono a dubitare. Sono lì per confermare la nostra fede. “Se è vero che Dio ha dato prove evidenti per la fede, Egli non toglierà mai tutte le scuse che possono esserci per l’incredulità. Tutti coloro che cercano motivi di dubbio li troveranno. E tutti coloro che rifiutano di accettare la Parola di Dio e di obbedirla prima che ogni obiezione sia stata messa da parte e che non si trovi più motivo di dubbio, non arriveranno mai alla luce.” (Mente, Carattere e Personalità, Tomo 2, 698. Versione spagnol).

Credere è solo il primo passo nella nostra relazione con Dio, ma non basta, perché come ben sappiamo “anche i demoni credono e tremano.” (Giacomo 2:19). Dobbiamo sviluppare la nostra comunione con Dio, renderla più stretta e costante. Una vita religiosa instabile è come vivere in una casa in rovina. Solo coloro che si affermano nella fede e sono costanti nel perseverare fino alla fine, saranno salvati. Perché le prove che ci attendono richiedono l’acquisizione di un carattere robusto, come quello di Cristo. Se siamo come quegli israeliti che trascorrevano la vita flirtando con il peccato, non potremo sperimentare il potere che ci aiuta a vincere ogni tentazione. “Nessuno può in un momento, mettersi in condizione di sopportare la prova divina. È attraverso una paziente perseveranza nel bene che acquisiremo la componente del carattere che ci permetterà di resistere alla prova. È mediante la diligente e quotidiana integrità dell’anima e la comunione con Dio che acquisiamo la forza per sopportare tale prova” (Il Cristo Trionfante, 62. Versione spagnolo).

Conclusione

            Oggi lo spirito di Elia ci interpella e ci dice: “Fino a quando voi claudicherete tra due pensieri?”Non vogliamo lasciare l’impressione che si stia insegnando che un cristiano sincero non può più peccare. Stiamo parlando di lasciare il dubbio, l’indecisione, la mediocrità nella vita di fede. Dobbiamo fare il meglio che sappiamo, con l’aiuto di Dio. Vivere in armonia con la luce che riceviamo e usare tutte le risorse che ci dà lo Spirito di Dio per raggiungere nuovi traguardi spirituali. Crescere in santità, essere persone migliori ogni giorno, non crollare al primo cambiamento; rimanere fedeli al dovere quando gli altri abbandonano. Continuare ad amare Dio e il prossimo, anche se ci risulta complicato e se commettiamo errori, abbiamo la promessa di 1 Giovanni 2:1, che ci invita a cercare il perdono in Cristo Gesù, che ci sostiene davanti al Padre. Questa è la nostra sfida. Non siamo soli; Dio promette di aiutarci ed essere la nostra sufficienza. Non è ciò che abbiamo fatto finora che determinerà ciò che sarà di noi, ma è ciò che decideremo di fare d’ora in poi. La decisione è nostra.

© José Vicente Giner

Pastore

Per la meditazione personale o di gruppo:

1. Cosa significa spiritualmente parlando che una fonte non può dare acqua amara e dolce allo stesso tempo?
2. Definire cosa significa essere cristiani?
3. Cosa significa claudicare tra due pensieri?
4. Come possiamo diventare coerenti con la nostra professione di fede?