COS’HAI NELLA TUA MANO?
01/03/2016INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
01/03/2016Concetti sulla famiglia
La famiglia è una benedizione speciale, un dono di Dio che in realtà non consideriamo come dovremmo. Il piano iniziale del Signore è stato quello di riempire la terra con famiglie che onorassero e glorificassero il nome del loro Creatore (Genesi 1:28), famiglie che fossero felici e vivessero in pace e unità. Ma il nemico interferì notevolmente nel piano di Dio. Diciamo ‘notevolmente’ perché, nonostante la caduta nel peccato, il dono del matrimonio non fu sottratto all’uomo. Ciò che il diavolo ha fatto è stato introdurre nella relazione familiare elementi di discordanza per destabilizzare i coniugi, i figli ed altri familiari. Da allora non c’è famiglia totalmente perfetta, l’unica fu quella dell’Eden. Per quanto riguarda il Sabato, è riuscito ad ottenere che la maggior parte dei cristiani cambiassero la sua solennità con la Domenica senza alcuna autorizzazione.
Comprendiamo il termine famiglia come la struttura composta da più persone con l’obiettivo di condividere la vita insieme; dal punto di vista biblico, la famiglia è fondata sull’unione di un uomo ed una donna e poi con i bambini che hanno; tutti vivono o condividono una dimora. La famiglia deve raggiungere l’obiettivo di soddisfare i bisogni fondamentali della persona: cibo, casa, protezione, salute e affetto. Nella famiglia si trasmette, a coloro che formeranno le nuove generazioni, la conoscenza necessaria per perpetuare la lingua che consentirà la comunicazione, le tradizioni, i principi, i valori, i comportamenti, le credenze e soprattutto la conoscenza del vero Dio. La sfida, quindi, dei responsabili della famiglia è insegnare ai propri figli ad essere utili in questo mondo, a lasciare segni indelebili che migliorino la società con la loro presenza.
La famiglia è un pilastro fondamentale della società, dal momento che è in essa che si formano i futuri cittadini. Questo dipenderà da ciò che avranno imparato e vissuto a casa. Lo sviluppo completo, cioè intellettuale, psicologico e fisico, è determinato dal tipo di famiglia che noi formiamo. È nella famiglia che troveremo rappresentati gli aspetti culturali, economici, legali ed emotivi della società. La famiglia è un piccolo “vivaio” in cui si semina nei futuri uomini e donne di domani i semi che porteranno il proprio frutto; proprio per questo, in tutti i tempi e le età, si è riconosciuto il valore intrinseco della famiglia.
Perfezione versus famiglie disfunzionali
Una famiglia unita nel Signore è la prova più grande del potere trasformatore del Vangelo. Perché? Poiché abbiamo una natura umana peccaminosa, è normale che i matrimoni sono formate da due persone imperfette. Cosa può succedere? Matrimoni imperfetti. È generalmente accettato che una famiglia unita è quella in cui non ci sono problemi più grandi del “normale”. Non che si abbia una famiglia perfetta, ma che nonostante le cose che minacciano il rapporto, i membri fanno del loro meglio per rimanere uniti. In realtà tutti proveniamo da famiglie disfunzionali in misura maggiore o minore. Certamente non è lo stesso per un bambino nato in una casa dove si manifesta violenza fisica, in cui i genitori si drogano o sono impegnati in attività criminali, rispetto ad un bambino nato in una casa dove i genitori hanno una relazione stabile e sono persone rispettose e che si relazionano in un ambiente piuttosto armonico. I risultati non saranno mai gli stessi.
Nella storia biblica si possono trovare dati sufficienti per dimostrare che il diavolo ha sempre cercato di distruggere il matrimonio. Egli sa che se il matrimonio fallisce, vengono meno i coniugi e poi quelli che seguono: bambini, genitori, nonni, cognati, zii… membri vicini e lontani, sono tutti in qualche modo danneggiati da separazioni o disfunzioni del matrimonio. Satana lo sa molto bene e per questo ha diretto, attraverso i secoli, la sua artiglieria pesante contro questa sacra istituzione per distruggerla. Un ambiente dove non c’è armonia né amore e da cui Dio è stato bandito, è il terreno di coltura ideale per la coltivazione dello scoraggiamento, la mancanza di scopo nella vita e la nascita di comportamenti che destabilizzano l’individuo e la società.
Adamo ed Eva vivevano un’esperienza di unità unica fino a quando non peccarono. Dopo loro, tutti i matrimoni e le famiglie che si formano sono in maggior o minor grado disfunzionali (Romani 3:23), perché la natura umana si è trasformata da santa a peccaminosa (Romani 7:14-23). Quando Dio chiese loro perché avessero peccato, Adamo incolpò sua moglie invece di prendersene la responsabilità (Genesi 3:12). Questo non è amore. Caino, suo figlio, senza vedere esempi di criminalità nel suo ambiente, commise il primo omicidio della storia umana togliendo la vita a suo fratello Abele (Genesi 4:6-9). Che cosa diremmo oggi di una famiglia del genere?
La genealogia di Adamo ed Eva fino al diluvio mostra grandi deformazioni nella famiglia, di fatto si dice di quei giorni “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male in ogni tempo” (Genesi 6:5). Noè, il superstite alla catastrofe universale, tentò con la sua famiglia di iniziare una nuova vita, ma dopo il diluvio il patriarca si ubriacò. Suo figlio Cam rise di suo padre vedendolo in quelle condizioni mentre gli altri due figli mostrarono rispetto e compassione (Genesi 9:20-25). I discendenti di Cam si mostrarono sempre violenti verso la discendenza di Sem e Jafet, suoi fratelli. Che cosa diremmo oggi di una famiglia del genere?
Abramo si sposò con Sara e dopo molti anni di matrimonio ebbe una relazione con la serva di sua moglie per avere un figlio, poiché sua moglie era sterile (Genesi 16:1-4). Questa unione portò gravi problemi al matrimonio. Anche i discendenti di Abramo ebbero difficoltà familiari. Il caso più noto e ricordato probabilmente è quello di Giacobbe, che ebbe relazioni con diverse donne e dalle quali è sorto il popolo di Israele. Giacobbe ebbe problemi con suo fratello Esaù e tra le dodici tribù di Israele ci furono sempre rivalità e contrasti. Davide, l’uomo secondo il cuore di Dio (1 Sam. 13:14), non ha avuto una storia impeccabile. Tra le disfunzioni della sua famiglia possiamo citare la sua relazione adulterina con Betsabea, moglie di Uria; lo stupro di Tamar, figlia di Davide, da parte di Amnon, anch’egli figlio di Davide (2 Sam. 13:14); l’assassinio di Amnon da parte di Absalom, suo fratello, per vendicare questo oltraggio; la rivolta di Absalom contro Davide suo padre. La Bibbia dice che il cuore del re si ruppe mentre saliva il pendio del Monte degli Ulivi, piangendo, con la testa coperta ed a piedi nudi (2 Sam. 15:30). Anche Davide, nella sua vecchiaia, dovette subire la ribellione di suo figlio Adonia, che aspirava al trono ed alla fine Salomone lo fece giustiziare. Non è questa una famiglia disfunzionale?
Cosa fare di fronte alle crisi familiari
Questa passeggiata attraverso la storia ci dimostra che esseri umani come noi, pur avendo fatto esperienze straordinarie con Dio, vissero in prima persona problemi familiari a volte molto gravi. In quelle famiglie che servivano e amavano il vero Dio, si trovano le reazioni tipiche delle famiglie disfunzionali: mancanza di rispetto tra i suoi membri, lotte e contese per mancanza di amore, invidia, gelosia, infedeltà, indifferenza verso il prossimo, insulti, scherno, colpa, immaturità e mancanza di responsabilità, inimicizia, comportamento violento, dipendenze, egoismo, orgoglio, ecc.
Oggi si delineano le disfunzioni familiari in diversi gruppi: disfunzioni per dipendenze, sono famiglie dove uno o diversi componenti sono dipendenti da qualche sostanza o atteggiamento (droga, pornografia, alcool, tabacco, ecc.); disfunzioni per disordine mentale (psicopatologie, depressioni, ansie, malinconia, ossessioni, ecc.); disfunzioni per abusi (controllo psicologico dell’altro, abusi sessuali, manipolazione mentale, ecc.); disfunzioni educative (differenze di opinione, incompatibilità, influenza della casa di origine, ecc.).
In realtà tutte queste disfunzioni nascono quasi sempre dalla mancanza di armonia e di accordo nella coppia. Nelle case dove c’è un buon rapporto tra i genitori, i bambini saranno influenzati in misura maggiore o minore da tale atteggiamento. In base alle idee che abbiamo, agli atteggiamenti che adottiamo, così sarà il ‘colore’ del nostro matrimonio e della famiglia che ne deriva. Tuttavia, anche nelle migliori famiglie, è sempre possibile incontrare situazioni di crisi che non dovrebbero indurre i membri a gettar via il loro rapporto.
Viviamo nell’era del “usa e getta”. Fazzoletti, tovaglioli, bicchieri, piatti, posate, bottiglie, macchine fotografiche, forniture ospedaliere, ecc., cose che usiamo una volta e poi scartiamo. La cultura dell’usa e getta ha colpito molto anche le nostre famiglie. Un tempo, quando qualcosa non funzionava bene, veniva riparata, oggi è gettata via e sostituita da un’altra. Gli stessi apparecchi ed elettrodomestici, sono progettati dalle aziende per durare un certo tempo e poi non funzionare più, quindi il consumo viene incoraggiato.
Ma i nostri matrimoni, le nostre famiglie, non sono qualcosa che possiamo usare e buttare via quando non funzionano bene o vivono crisi. È vero che ci sono situazioni estreme di complessa riparazione, ma nella maggior parte dei casi, seguire l’esempio tracciato dal cielo aiuterà a raggiungere l’armonia perduta o mai avuta.
Suona come qualcosa di irreale e troppo idilliaco, ma questa è la promessa del Signore e l’esperienza che hanno fatto innumerevoli famiglie. Ci sono leggi nel mondo spirituale create da Dio e che sono impeccabili, come le leggi della fisica. Nessuno si aspetta di lanciare un sasso in aria e che rimanga sospeso, perché esiste una legge della fisica e nessuno può spiegarsi il perché, ma c’è, Dio l’ha progettata così. Il cuore batte senza sosta ogni giorno, fino all’arresto. È sorprendente; così ci ha creato il Signore.
L’essere umano è un tutto: spirito, anima e corpo (1 Tessalonicesi 5:23). Già sappiamo qual è la parte fisica, ma cosa sono l’amore e lo spirito? Sono le nostre emozioni, pensieri, credenze, desideri, conoscenze intellettuali, ecc. Quindi, ciò che noi crediamo, pensiamo e diciamo, influisce sul nostro modo di essere e sul nostro comportamento. Quindi certamente è importante ciò in cui crediamo.
Come esseri creati da Dio abbiamo una struttura mentale progettata per servirlo e amarlo; ma a causa del peccato la nostra natura è cambiata ed è diventata peccaminosa. Ciò significa che nel cuore umano naturale nascono per difetto le erbacce dell’orgoglio, l’inimicizia, l’odio, l’adulterio, la fornicazione, l’impurità, la rabbia, la criminalità, il furto, l’ubriachezza, l’invidia e così via. Tutte queste cose sono chiamate “opere della carne”, da parte dell’apostolo Paolo (Gal. 5:19-21).
Solo coloro che si convertono a Cristo e gli affidano la loro volontà, possono sperimentare un cambio interiore autentico che influenzi profondamente il loro carattere e quindi i loro rapporti familiari col fine di portare il frutto dello Spirito (Gal. 5: 22-23). In caso contrario, ogni componente del nucleo familiare manifesterà il suo carattere naturale; questo non sarà per nulla positivo.
È facile, quindi, capire che nella radice di tutti i conflitti familiari vi è una componente spirituale, uno o più membri della famiglia non hanno pienamente dato il loro cuore a Cristo e lasciano che l’albero della loro vita porta i frutti della carne. La conversione vera di ogni membro della famiglia aumenterà le possibilità di successo. Non è l’incompatibilità di carattere ciò che distanzia la gente e rompe il rapporto, anche se in qualche modo influenza; ma il manifestare caratteri non santificati. Uomini e donne convertiti cercheranno quotidianamente di manifestare i frutti dello Spirito nella propria famiglia. Tra questi frutti abbiamo l’amore.
L’amore è il motore che muove il mondo. Per amore Dio ha dato suo Figlio Gesù Cristo perché vivesse e morisse per noi. Per amore Gesù intercede per noi ogni volta che pecchiamo e ci pentiamo. Dio ha una pazienza infinita con noi e desidera la nostra salvezza. Che cosa succederebbe se mostrassimo questi atteggiamenti nelle nostre famiglie? Non migliorerebbero le relazioni? Non si supererebbero molti conflitti e crisi? La legge spirituale dell’amore rende possibile la soluzione di molti problemi e difficoltà in un modo più semplice, perché l’amore copre moltitudine di peccati (1 Pt. 4:8). Il vero amore, che viene da Dio e si manifesta in un cuore convertito a Cristo, non termina nella crisi: “Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” (Cantico dei Cantici 8:7).
Il manifestare pazienza, tolleranza e rispetto per gli altri, frutto del vero amore, realizzerà la sua opera di restauro e riparazione nel mezzo delle tempeste della vita, perché l’amore “soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non viene mai meno” (1 Corinzi 13:6-8). Il vero amore viene da Dio ed a Lui dobbiamo chiederlo, perché se lo custodiamo nel cuore, le crisi che vengono nella nostra vita familiare non soffocheranno il nostro affetto, né termineranno il nostro patto matrimoniale.
La persona che ha una relazione intima con Dio capirà meglio i suoi doveri verso il prossimo e specialmente verso la sua famiglia e i suoi cari. Colui che continua ad approfondire la sua intimità con Dio, riceverà la luce della sua gloria e a sua volta la rifletterà su altri. È impossibile che una persona in armonia con il suo Creatore viva costantemente in lotta con coloro che la circondano. Troverà persone che la provocheranno e cercheranno di distoglierla dalla sua strada, ma manterrà la calma in mezzo alla bufera. Controllerà i suoi impulsi ed emozioni e rendere bene per male (Rm. 12:17). Anche se questo può sembrare impossibile, si può fare con l’aiuto di Dio, anche con coloro che ci hanno inflitto gravi danni, molto più che con coloro che amiamo; Gesù lo ha fatto quando ha pregato per coloro che lo crocifissero (Lc. 23:34).
Abbiamo il privilegio di avere una risorsa divina per risolvere i nostri problemi umani ed è molto potente: la preghiera. Dio ci invita a portare a Lui tutte le questioni che vanno al di là di noi nella famiglia, dalle piccole cose alle grandi. Dobbiamo imparare a fare esperienze di preghiera, ma non in un modo superficiale e limitato. “Pregate incessantemente“, ci dice Paolo (1 Tess. 5:17). Dovremmo pregare 24 ore al giorno? No, in realtà è un espediente letterario di esagerazione retorica, come quando diciamo: “Ho trascorso una settimana a piangere”. Non si tratta di aver passato sette giorni e sette notti senza smettere di piangere, ma che durante questi sette giorni ci sono stati molti momenti di pianto.
Questo è ciò che Paolo si augura, che viviamo ancorati alla preghiera, in costante comunicazione con Dio. Non sempre è necessario stare in ginocchio; anche in piedi, seduto, viaggiando a bordo di un veicolo o di altro mezzo di trasporto, a letto, sul posto di lavoro, possiamo elevare i nostri pensieri a Dio e ringraziarlo per ogni piccola e grande cosa: perché viviamo, perché vediamo, sentiamo, parliamo, mangiamo, vestiamo, perché abbiamo un riparo, per i nostri bambini, per il nostro coniuge, genitori, fratelli e amici, ringraziando Dio ogni giorno per il meraviglioso messaggio che ci ha rivelato, per l’intercessione di Cristo, per il dono della vita eterna. Dio stesso ci invita ad andare a Lui con i nostri fardelli e potremo trovare riposo (Mt. 11:28).
Abbiamo la prerogativa divina di dirigerci all’eccelso e sublime Creatore nel nome di Cristo, per presentargli le nostre crisi di famiglia e mettere nelle sue sagge mani ciò che è irrisolvibile in termini umani. Che cosa può essere così doloroso e tragico per cui Dio non abbia conforto e ancora una soluzione? In realtà c’è sempre una soluzione, ma non la nostra, quella di Dio. A volte non ci piace, ma sappiamo che è la migliore. Gesù ha sviluppato nella sua vita la capacità di lasciare tutto nelle mani del Padre. È vero che non poteva negare i suoi desideri, ma li sottoponeva alla discrezione del Padre: “Non la mia volontà ma la tua” (Luca 22:42). Questa è la parte più difficile per un cuore non convertito, ma anche per coloro che vivono in armonia con Dio. Si tratta di una abnegazione pratica quotidiana, una morte a sé stessi per risorgere in Cristo. Questo richiede una disciplina mentale sovrumana soprattutto quando viene il diavolo con i suoi inganni e tentazioni insidiose. La mente si può coltivare solo in contatto con la Parola, dove troveremo la verità che ci farà liberi (Gv. 8:32). La preghiera, lo studio della Parola di Dio, aumenteranno la nostra fede e rafforzeranno il nostro sistema immunitario spirituale.
Quello che vogliamo dire, in altre parole, è che molte crisi familiari, la maggior parte di esse, sono provocate dal vecchio uomo e la vecchia donna che vivono ancora in noi. Il nostro dovere davanti a Dio consiste, in ogni situazione che incontriamo, nel fare la cosa giusta, ciò che ci chiede la Bibbia e lasciare a Lui le conseguenze: “Noi, invece, dobbiamo scegliere il bene perché è bene e lasciare poi le conseguenze alla responsabilità di Dio” (Il Gran Conflitto, ediz.2012 p. 426). Questo atteggiamento scarica la mente dalla pressione, dall’angoscia, dalla sofferenza… “Sono immerso in questo problema familiare… che fare? Lo porto a Dio e lo metto, attraverso la fede, nelle sue mani in modo che Egli faccia il meglio; da parte mia continuerò a condurmi cristianamente senza perdere la mia relazione con Dio né prendendo decisioni contrarie alla sua volontà”. In realtà, il vero cristiano si vede proprio quando è sotto pressione.
Ma se non lo facciamo si manifesterà il vecchio uomo con tutti i suoi aspetti carnali. Il carattere iracondo, pronto al conflitto ed alla lotta, incontrollabile, sarcastico, non solidale, prepotente, insensibile, non viene da Dio ma dal mondo delle tenebre. Dobbiamo sapere che quando mostriamo questi atteggiamenti nel nostro rapporto familiare facciamo un favore a Satana, ancora di più, gli presentiamo un’offerta. La testimonianza dice: “A meno che non dominiamo le nostre parole e temperamento, siamo schiavi di Satana e gli siamo soggetti come suoi prigionieri. Ogni parola discordante, sgradevole, impaziente o di malumore, è un’offerta presentata a sua maestà satanica. Ed è costosa, più costosa di qualsiasi sacrificio che possiamo presentare a Dio; perché distrugge la pace e la felicità di intere famiglie, distrugge la salute e può farci perdere alla fine una vita eterna di felicità” (Testimonios para la Iglesia, Tomo 1, p. 279).
La Bibbia è piena di meravigliosi consigli per le famiglie. Studiando i casi di famiglie che hanno avuto ‘malfunzionamenti’ e hanno dovuto affrontare gravi problemi, come quelli sopra citati, ci rendiamo conto di come Dio lavorava con queste persone e come convertì le loro miserie in catapulte che le lanciarono in un rapporto più stretto con il loro Creatore. Gesù ci ha mostrato che il modo migliore per vivere felici è quello di avere comunione con il Padre e fare la sua volontà (Matteo 12:50).
Il Salvatore stesso nacque in una famiglia umana dove sicuramente vi saranno stati momentdifficili. Non vogliamo che questo esempio risulti troppo forzato, per seguire il filo del discorso; ma è lì nella Bibbia, può essere analizzato in modo obiettivo. Giuseppe voleva lasciare Maria quando si rese conto che era incinta senza avere avuto rapporti con lui (Mt. 1:19). I fratelli di Gesù non sempre furono gentili e cortesi con lui e non sempre Maria ebbe una corretta concezione della missione del figlio, anche se confidava in Lui (Lc. 2:48-50). Ovviamente, Dio scelse Maria come la madre terrena di Cristo, sapendo che lei, insieme al suo sposo Giuseppe, formavano una famiglia dove fare la volontà di Dio sarebbe stato l’obiettivo principale della loro vita. Maria era una donna dedicata a Dio e lo amava sopra ogni cosa ed era sempre pronta a obbedire. Aspettava il Messia, come ogni donna ebrea, e sapeva che la salvezza eterna si basava sulla grazia di Dio (Lc. 1:46-47).
La vita di Cristo fu un quadro perfetto; Egli pose davanti a noi un esempio straordinario che dobbiamo imitare se vogliamo avere famiglie unite (Gv. 13:15). Ripeto, le crisi verranno, ma le persone che sono nuove creature in Cristo (2 Cor. 5:17), se hanno commesso degli errori si pentiranno per l’azione dello Spirito Santo e cercheranno modi per correggere e riparare il danno fatto.
I veri figli e figlie di Dio saranno operatori di pace, gentili, comprensivi, tolleranti, diligenti, disposti ad ammettere errori e correggersiuando sbagliano, umili, collaboratori, persone che diffondono luce e non tenebre; imperfetti, sì, ma con l’attitudine di voler migliorare ogni giorno con il favore di Dio.
La maggior parte dei conflitti coniugali, da quello che ho potuto constatare durante il mio ministero con le famiglie, ha le sue radici nella mancanza di spiritualità di uno o più membri della famiglia. Un marito che non ha una buona relazione con Dio difficilmente renderà felice sua moglie e viceversa, perché il carburante dell’unione coniugale è l’amore di Dio (1 Gv. 4:8) e questo può essere sperimentato solo quando si vive in armonia con il nostro Creatore, sorgente d’amore.
Aspetti che vengono evidenziati oggi da psicologi ed esperti di relazioni familiari come ragione delle buone relazioni familiari, sono scritti nella Bibbia da migliaia di anni: il dialogo tra la coppia, le manifestazioni di affetto, il sincero apprezzamento dei valori altrui, la tolleranza, la comprensione, la lealtà, la diligenza, l’ordine, il rispetto, il perdono… tutto questo e molto altro si trovano nelle pagine sacre come gemme preziose che arricchiscono la nostra vita familiare. Il segreto, dunque, è quello di approfondire il nostro studio della Parola di Dio e farlo nella nostra coppia; se vi sono figli, anche con loro.
Nelle situazioni di crisi è d’importanza vitale afferrarsi alla mano di Dio e prendere la Sua Parola come guida. Le emozioni e le sensazioni non sono luce sicura per i nostri piedi. Molte volte queste cose ci prendono e amareggiano la vita. Dobbiamo accogliere la bella parola di Dio e chiedere a Lui di parlarci in mezzo alla tempesta; una volta conosciuta la volontà di Dio, dobbiamo decidere di seguirla, che vi siano sentimenti o meno. La serva di Dio, nel mezzo di una crisi, scrisse a suo marito: “Voglio avere un cuore mansueto ed umile ed un spirito tranquillo. Ogni volta che i miei sentimenti mi hanno portata ad alzare la voce e l’attitudine, ho sbagliato, qualsiasi sia stata la circostanza… Desidero che il mio io si nasconda in Gesù. Desidero che il mio io sia crocifisso. Non ho la pretesa dell’infallibilità, nemmeno la perfezione di un carattere cristiano. Non sono esente da errori né difetti nella mia vita. Se avessi seguito più da vicino il Salvatore, non dovrei rimpiangere la mia mancanza di somiglianza alla sua amata immagina… Nuovamente, perdonami per ogni azione o parola che ti ha rattristato” (Hijas de Dios, p. 270) Questo è il cammino, non c’è altro!
Costruendo relazioni forti
Un matrimonio unito non è frutto del caso, non è fortuna, ma è il risultato del lavoro congiunto, del dialogo, della cooperazione, dell’amore e dell’impegno. Non può rimanere in piedi tutto ciò che non si costruisce insieme; la partecipazione attiva ed impegnata delle due persone renderà tutto possibile. Niente magia o fortuna, ma compiere ciò che si è promesso; lavorare con un sforzo coraggioso in questa direzione ogni giorno, negando il proprio io per lasciare posto all’altro.
È vero che vi sono matrimoni contratti in tutta fretta senza consultare Dio, anche nelle nostre file. Ci sono anche matrimoni che sono stati creati senza la luce del Vangelo e nei quali, in seguito, uno dei coniugi ha accettato Gesù e l’altro no, o anche persone che malgrado abbiano accettato Gesù come loro Salvatore personale, poi abbandonano la fede e l’altra parte rimane ferma. In questi casi ed altri simili, il credente, dovrà cercare Dio nella preghiera quotidiana per ricevere potere dall’alto e convertirsi di tutto cuore ogni giorno. Non è facile vivere con qualcuno a cui non interessa nulla della vita cristiana; ma è anche vero che il Signore può avere un’opera speciale nel cuore del non credente attraverso l’esempio del credente (1 Pt. 3:1). Il Signore conosce la nostra mente perfettamente e conosce la ragione di tutto. A Lui, poi, dobbiamo portare tutto ciò che ci travolge per trovare riposo per le nostre anime.
Tali situazioni citate causano molto dolore e miseria, rovinano la vita e la felicità. Per questo la serva del Signore consiglia coloro che non si sono sposati nel modo seguente: “Coloro che affermano di essere cristiani non dovrebbero sposarsi senza aver esaminato la questione dal punto di vista di Dio, con attenzione e spirito di preghiera, per capire se verrà glorificato da questa unione. Inoltre essi dovrebbero pensare seriamente alle conseguenze dell’esercizio dei diritti coniugali e stabilire buoni principi alla base di tutte le loro azioni” (Messaggio ai Giovani, ediz. 2012, p. 431).
“Riflettete seriamente per capire se la vostra vita coniugale sarà felice o infelice. Chiedetevi: “Questo rapporto mi aiuterà nel cammino verso il cielo? Accrescerà il mio amore per il Signore? Amplierà il raggio d’azione entro cui poter essere utile in questa vita?”. Se, dopo aver riflettuto, non scorgete nessun inconveniente, allora andate avanti nel rispetto di Dio” (Messaggio ai Giovani, ediz. 2012, p. 420).
Alla luce di quanto visto finora, è di somma importanza che la chiesa presti molta attenzione ai membri che non sono ancora sposati, impartendo corsi, seminari e altre attività che contribuiscano alla preparazione per il matrimonio per coloro che stanno contemplando questo impegno che è per tutta la vita (Mc. 10:9). È molto triste e spiacevole che avendo la possibilità di contrarre matrimoni secondo la volontà di Dio, i giovani facciano passi affrettati senza considerare se la loro relazione porta il sigillo divino o no. Se una persona prega sinceramente e intensamente, chiedendo a Dio di illuminarla e indicarle la persona che dovrebbe scegliere per formare una famiglia, il Signore risponderà. Il problema è che molte volte le persone non danno possibilità a Dio, ma ai propri sentimenti ed emozioni, e quando si arriva a capirlo è ormai troppo tardi e ci si è precipitati nella scelta.
Sono sempre più frequenti nella società le relazioni sessuali tra i giovani, anche adolescenti. Tutto intorno a noi è un invito a commettere peccato. I mezzi di comunicazione servono la trasgressione e le danno una presentazione attraente per renderla appetibile. I concetti morali del Vangelo sono stati uccisi per far posto a una liberalità estrema in cui non importa quello che fai, se ti soddisfa. Ma abbiamo smesso di pensare a quanti matrimoni finiscono ogni giorno per questa causa? Quanto dolore nelle famiglie, quante vite spezzate. Questo dovrebbe portare noi genitori a dare una base più sicura e stabile ai nostri figli. Dobbiamo educarli nel timore di Dio, ad amare e rispettare la sua Parola; devono imparare presto ad allontanarsi dal peccato e a dipendere interamente dal Signore. Si tratta di un lavoro complesso, lo sappiamo, ma realizzabile perché Dio è disposto ad aiutarci. Solo allora i nostri figli resisteranno all’assalto del male e rimarranno incontaminati in un mondo corrotto.
Il divorzio è diventato una piaga sociale e sta minando la stabilità della società presente e futura. Nonostante sia accettato come qualcosa di naturale e conveniente in caso di problemi coniugali, non è la soluzione ai problemi, né il passo più maturo visto che non risolve i problemi, né è la garanzia di stabilità nelle relazioni future, al contrario, aumenta la probabilità di ripetere la stessa esperienza.
Conclusione
Cosa possiamo fare per superare le crisi della famiglia? Sarebbe meglio prevenirle, come le malattie, ma se vengono, c’è un modo: cercare il volto di Dio e chiedergli di illuminarci per sapere cosa si sta sbagliando nel rapporto familiare. Una volta individuato il problema, trovare un modo per risolverlo seguendo il cammino biblico.
Abbiamo parlato dell’importanza dell’impegno personale, perché una persona consacrata a Dio è una fonte di conforto e felicità per chi la circonda. Mai un marito innamorato di Cristo tradirà la moglie e viceversa. Se si arriva all’infedeltà è perché vi è allontanamento da Dio. Quando siamo in Cristo, lo Spirito Santo ci aiuta a portare i suoi frutti. Non è mai tardi, quindi, per iniziare a cambiare le cose che non sono andate bene finora. Tutti possiamo migliorare i nostri rapporti familiari e spesso sono piccoli dettagli che possono fare la differenza: condividere i doveri domestici, dialogare, esercitare la pazienza con i difetti dell’altro, essere amorevoli, amichevoli, scambiarsi qualche sorpresa che generi gioia e in ultima analisi, sostenersi a vicenda con amore. Questo è il miglior specchio in cui i nostri figli si possono rispecchiare. I sermoni senza azione sono destinati a produrre l’effetto opposto a quello desiderato. Dio abbia pietà di ogni famiglia del suo popolo e ci conceda la sua grazia per poterlo rappresentare fedelmente con la nostra unità in questo mondo. Amen.
Pastore José V. Giner