LE CORPS DU CHRIST : L’ÉGLISE
01/07/2017IL CORPO DI CRISTO: LA CHIESA
01/07/2017“Ai tuoi figli, più che un buon consiglio dagli un buon esempio” – Anonimo
La nostra fonte di ispirazione
Si è già molto parlato di educazione e sembrerebbe che non ci sia più nulla da dire. In realtà, tutto ciò che dobbiamo sapere per orientare correttamente i nostri figli lo troviamo nella Parola di Dio. Anche le Testimonianze sono una fonte di ispirazione per tutti quei genitori cristiani che cercano di fare le cose secondo il consiglio divino.
A volte si vedono i figli come nostro possesso; è vero che sono i nostri figli, ma non la nostra proprietà, ma di Dio. Il nostro Padre celeste ci regala il dono meraviglioso della procreazione in modo che questi bambini che vengono al mondo possano essere formati in armonia con la rivelazione di Dio. Sarà dunque la luce che abbiamo ricevuto quella che dovrà guidare ogni azione educativa.
Una missione divina
Fin dalle prime pagine della Genesi, troviamo che Dio dà un ordine chiaro alla prima coppia umana: che siano fecondi e si moltiplichino (Gn. 1:28). Dopo il diluvio, Dio ripeté questo comando ai superstiti (Gn. 9:1). È chiaro che l’obiettivo del Creatore era quello di riempire il mondo di esseri umani che lo amassero, che si amassero tra loro e che fossero pienamente felici; questo era possibile solo decidendo di sottomettersi alle leggi divine.
Il peccato è sempre stato presente nella natura umana ed è stato un grande impedimento a compiere il proposito di Dio. Tuttavia, il piano di redenzione ha ridato speranza a milioni di esseri umani in tutti i tempi e possiamo essere certi che in Cristo Gesù è possibile raggiungere il nobile ideale di conoscere il nostro Creatore, glorificarlo ed avere pace nel cuore (Gv. 1:18). Ciò comporta la trasmissione ai nostri figli dei principi che Dio ha stabilito nella Sua Parola.
Adamo insegnò alla sua progenie ad essere fedeli a Dio ed a relazionarsi con Lui attraverso il sacrificio degli animali (Gn. 4:4). Questi sacrifici erano un simbolo della morte espiatoria del nostro Signore Gesù Cristo (1 Pt. 1:18-20). Così, ogni volta che qualcuno dei figli di Adamo peccava, poteva ritornare in armonia con Dio attraverso un olocausto. Con questo sistema educativo, gli uomini imparavano a vedere il peccato e i suoi risultati con disgusto; quel peccato un giorno avrebbe portato il Figlio di Dio alla croce del Calvario. Caino non volle accettare le condizioni divine e diede origine ad una razza malvagia.
In ogni tempo ci sono stati sempre uomini e donne di fede, fedeli alle esigenze di Dio, che hanno mostrato la via della salvezza ai propri figli in modo chiaro e completo, come è avvenuto con Abramo. Dio gli disse: “Io infatti l’ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell’Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l’equità” (Gn. 18:19). Si noti che ciò che si sottolinea del patriarca è che i suoi figli e tutta la sua casa, inclusi i suoi servi, seguivano il cammino di Dio. E perché? Per il suo esempio fedele, per la sua dedizione e lo zelo ardente nelle cose sacre. È così il nostro caso? Penso che i genitori abbiamo potuto constatare, in più di un’occasione, che a nulla vale quello ciò che si dice ai figli se non è accompagnato da un esempio di coerenza; questo è stato il caso di Abramo. Così come siamo, così è la nostra famiglia; ciò che la nostra famiglia è; così siamo noi, con rare eccezioni. “Un uomo è agli occhi di Dio, ciò che è nella usa famiglia. La vita di Abramo, l’amico di Dio, fu caratterizzata da una stretta aderenza alla parola del Signore. Coltivava la religione della casa. Il timore di Dio riempiva la sua casa. Era il sacerdote della sua casa. Egli considerava la sua famiglia come sacra. La sua casa era costituita da più di mille membri e guidava tutti, genitori e figli, verso il Sovrano divino. Non soffriva l’oppressione dei genitori da una parte, né la disobbedienza filiale dall’altra. Con l’influenza congiunta dell’amore e della giustizia, governò la sua casa nel timore di Dio ed il Signore diede testimonianza della sua fedeltà “(Ellen White, Lettera 144, 1902).
“…perché ordini…alla sua casa…”. Non c’era trascuratezza peccaminosa nel porre freno alle tendenze malvagie dei suoi figli, né favoritismo indulgente, insensato e debole, o rinuncia alla convinzione del dovere a causa di un affetto frainteso. Abramo non solo dava un’istruzione appropriata, ma manteneva l’autorità delle leggi giuste e corrette. “Come sono pochi coloro che seguono tale esempio nei nostri giorni. Da parte di troppi genitori c’è un sentimentalismo cieco ed egoista, che si manifesta nel lasciare i figli al proprio giudizio distorto e a passioni indisciplinate, sotto il dominio della propria volontà. Questa è la peggior crudeltà che si possa fare ai giovani ed un grande male al mondo. L’indulgenza dei genitori provoca disordine nelle famiglie e nella società. Riafferma nella gioventù il desiderio di seguire le inclinazioni, invece di sottomettersi alle esigenze divine (Manoscritto 22, 1904).
“Genitori e figli appartengono ugualmente a Dio e devono sottomettersi al suo governo. Abramo governò la sua casa mediante l’unione di affetto e autorità. La Parola di Dio ci ha dato regole che ci servano da guida. Queste regole formano la norma dalla quale non discostarci nel seguire il cammino. La volontà del Signore deve essere suprema. Le domande che dobbiamo porci non sono “Cosa hanno fatto altri?”, “Cosa penseranno i mie familiari?” o, “Cosa diranno se seguo questo percorso?”, ma piuttosto “Cosa ha detto Dio?”. Né i genitori, né i figli, possono realmente prosperare in un modo diverso dalla via del Signore” (Conflicto y Valor, p. 49).
La vera educazione
Questa è la vera saggezza, questa è la genuina educazione, questo è investire efficacemente nel futuro dei nostri figli. Invece di lavorare con il fine di fare tutto il possibile per dare ai figli ciò che i genitori non hanno avuto, per integrarli in un società sempre più corrotta e senza valori cristiani, sarebbe meglio concentrare lo sforzo in che conoscano il Dio del cielo e imparino a servirlo e amarlo; questo li aiuterà notevolmente nella vita e gli insegnerà ad essere responsabili, fedeli a Dio, a diventare buoni mariti e mogli, buoni genitori, buoni professionisti, lavoratori, leali agli amici, collaboratori nella Chiesa e solidali in una società fredda e priva dell’amore Dio. Questa è l’istruzione superiore e può essere ottenuta solo dalla fonte della vita: il nostro Signore Gesù Cristo rivelato nelle Sacre Scritture: “Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete, ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna” (Gv. 4:13-14).
La sequenza, pertanto, non è “preparo professionalmente i miei figli perché sappiano difendersi nella vita”, ma “presento ai miei figli il Cristo del Vangelo perché lo amino e lascino che le loro vite siano modellate dai suoi insegnamenti”. Questo non vuol dire che i genitori dovrebbero trascurare di provvedere ai bisogni temporali dei loro figli o preoccuparsi di guidare il loro passi professionalmente, no, al contrario; dobbiamo responsabilizzarci della loro educazione, ma senza dimenticare che la loro formazione spirituale è determinante e che tutto il resto dipenderà da questo. Perché, a che serve un buon professionista che non ama Dio e che non ha Cristo nel cuore? Invertendo l’ordine possiamo dire “Quanto bene può compiere un buon professionista che ama Cristo con tutto il cuore!”. Solomone insegna così: “Il timore del Signore è l’inizio della saggezza” (Prov. 9:10). “La sapienza è la cosa più importante; perciò acquista la sapienza. A costo di tutto ciò che possiedi, acquista l’intelligenza” (Prov. 4:7). “Poiché il suo guadagno è migliore del guadagno dell’argento e il suo frutto val più dell’oro fino. Essa è più preziosa delle perle e tutte le cose più deliziose non la possono eguagliare” (Prov. 3:14-15).
Il nostro piccolo gregge
Ogni genitore ha ricevuto il sacro compito di educare i propri figli per l’eternità; essi sono il suo piccolo gregge. Mettere al mondo un bambino non è la cosa complicata, ma il portarlo ai piedi della croce. Solo con la potenza dello Spirito Santo, possiamo realizzare la nostra missione con successo. Lo sforzo è inutile senza che la grazia di Cristo accompagni ogni azione educativa. Cristo nella casa, Cristo nella famiglia, Cristo nella chiesa, Cristo nella scuola, Cristo nel lavoro, Cristo nel cuore è la chiave della vittoria nella formazione dei nostri figli (Fil. 4:13).
Questa grande opera deve influenzare primariamente i genitori, poiché i bambini li prendono come esempio nella loro vita. I modelli di comportamento che vedono nei genitori hanno un grande peso nella formazione del carattere di queste creature; tutti sappiamo che l’esempio parla più forte delle parole. Quindi, questa riflessione è un invito a pensare personalmente al tipo di fede che professiamo e viviamo come genitori. Se non siamo convertiti non possiamo incoraggiare i nostri figli ad esserlo.
In secondo luogo, se vogliamo instillare nei nostri figli la vera fede, andiamo alle Scritture perché sono quelle che testimoniano di Cristo (Gv. 5:39). Non si tratta di nostre opinioni, gusti o preferenze, sentimenti o emozioni, tradizioni o culture… Si tratta di basare l’insegnamento dei nostri figli su un “così sta scritto”, quindi è fondamentale conoscere la nostra fede. La missione della Chiesa è quella di preservare la dottrina pura, mentre quella dei genitori è di assicurarsi che i propri figli la conoscano. Il popolo ebraico ha ricevuto questo principio da Dio: “E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore; le inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando sei seduto in casa tua, quando cammini per strada, quando sei coricato e quando ti alzi. Le legherai come un segno alla mano, saranno come fasce tra gli occhi, e le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte” (Dt. 6: 6-9). In un mondo in cui proliferano dottrine erronee, i nostri figli saranno costantemente aggrediti da esse e devono essere preparati ad affrontarle con la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio (Ef. 6:17).
Un altro aspetto che vorremmo sottolineare, infine, è l’amore. Se nello spazio in cui abbiamo costruito il nostro nido famigliare, i bambini sono felici perché ricevono l’amore di Cristo attraverso i loro genitori, non desidereranno “volare” da casa. Molte case sono reali inferni; anche per molti di coloro che si dicono cristiani non fa meraviglia che dei figli finiscano rigettando la fede? “Se nel cuore esiste la divina armonia della verità e dell’amore, essa brillerà in parole e atti… Deve abitare nel cuore lo spirito di genuina benevolenza. L’amore impartisce, a chi lo possiede, grazia, decoro e modestia nel comportamento. L’amore illumina il volto e rende soave la voce, raffina ed eleva l’intero essere. Lo mette in armonia con Dio, perché è un attributo celeste “(Ellen White, El Hogar Adventista, p. 386).
Una casa così sarà come il profumo di Gilead per la chiesa e per il mondo. Se non è stato così fino ad oggi per noi, se abbiamo fallito in questo incarico divino, chiediamo perdono a Dio e facciamo ogni sforzo per riparare a ciò che abbiamo fatto a danno dei nostri figli e nostro. Quel che è fatto è fatto, ma possiamo costruire meglio d’ora in poi. Dio vede ogni sforzo sincero e lo ricompensa. Il Signore benedica ogni padre e madre. Fraterni saluti. Amen.
Pastore José V. Giner