LE CORPS DU CHRIST : L’ÉGLISE
01/09/2017UN CŒUR NOUVEAU
01/10/2017Riflessioni sul termine (Parte III)
Desideriamo presentare una sintesi dell’ultimo articolo che abbiamo condiviso precedentemente con i nostri cari lettori: la Chiesa ha ricevuto da Cristo una missione speciale – preservare gli oracoli sacri ad essa rivelati e renderli noti a coloro che vivono nelle tenebre dell’errore, poiché la vita di conversione di ogni credente è la migliore testimonianza che si possa dare al mondo. In breve: preservare, predicare e vivere la verità.
Il segno distintivo della chiesa
Un segno distintivo può essere un insegna, un segnale o marchio. Sin dai tempi più antichi gli esseri umani hanno utilizzato segni distintivi per differenziare, caratterizzare o distinguere il proprio gruppo, esercito, etnia, nazione, regno, ecc. Le insegne regali sono state adottate dalle monarchie cristiane nel Medioevo. La sua funzione simbolica era esaltare la dignità reale e il potere politico dei re. Questa usanza costituiva un’eredità della Roma imperiale. I suoi eserciti le usavano sulle loro bandiere e stendardi. Nei regni spagnoli medievali, tali distintivi erano la corona, la spada, lo scettro, il manto di porpora e il trono. Quando il re era proclamato gli venivano dati tali distintivi. La sua simbologia doveva servire come promemoria permanente al sovrano: la strada da seguire nella sua reggenza, il ruolo ricoperto, la responsabilità che aveva.
In un’occasione in cui ho potuto visitare le catacombe di San Calisto a Roma, con la mia famiglia e un gruppo di fratelli di chiesa, camminando attraverso quelle gallerie strette, umide e oscure, di diverse decine di chilometri, abbiamo raggiunto un posto dove ci siamo fermati per ascoltare la spiegazione della nostra guida. “Quello che vedete qui sono diversi segni distintivi usati dai cristiani dei primi secoli.” Su una lastra di pietra, forse di marmo, c’erano diverse incisioni: un pesce, una colomba e una croce. “Quest’ultimo, disse la guida, non si è cominciato a utilizzare fino al terzo secolo.”
Mentre continuavo a visitare quel luogo solenne, vennero alla mia mente quei giorni gloriosi in cui la Chiesa di Cristo era odiata e perseguitata da parte dell’Impero Romano. All’interno di questo vasto territorio ci sono molte religioni, la maggior parte di loro permesse. Il cristianesimo, tuttavia, è stato vietato ed i suoi seguaci reietti e perseguitati. Perché? Perché si rifiutavano di giurare fedeltà all’imperatore, poiché questo significava rinunciare alle proprio credenze e vivere in costante violazione della legge di Dio. Con solo un po’ di cenere depositata ai piedi di un’immagine o l’atto di inclinare la testa davanti ad essa, avrebbero potuto liberare la propria vita. Ma preferirono scegliere la via della privazione, del disprezzo, della sofferenza e morte, piuttosto che infrangere la propria coscienza.
Furono considerati la causa dei disastri naturali che si verificavano; erano visti come persone strane, eccentriche, pericolose e nemiche della società. Furono spogliati di tutto quello che avevano e portati insieme ai loro figli, agli anfiteatri romani dove venivano macellati e divorati dalle fiere di fronte a migliaia di spettatori che applaudivano con fervore. Coloro che poteva sfuggire, si rifugiavano nelle catacombe, che erano antiche cave di sabbia, dalle quali si estraeva questa materia prima per la costruzione. Questi luoghi vennero da loro ampliati con nuovi passaggi, tombe, cappelle e sale. Nelle viscere della terra vivevano, adoravano e lodavano il vero Dio. Ricordavano le parole del Signore Gesù Cristo e si rallegravano nel Vangelo; insegnavano ai loro figli la via della verità e guardavano con speranza al futuro glorioso che li attendeva. Morivano e venivano sepolti lì.
“Non restate indietro, per favore – diceva la nostra guida – potreste perdervi. Queste gallerie sono come labirinti senza fine”. Man mano che ci dava le sue spiegazioni, come visitatori lanciavamo sguardi di meraviglia alle pareti delle gallerie, tutte piene di nicchie. Centinaia di migliaia di cadaveri sepolti in questi luoghi. Per un momento pensai: Sarei disposto ad arrivare fino a qui per Cristo?
Ma, in realtà, qual è il vero segno distintivo della chiesa? Il pesce? La croce? Vediamolo in Apocalisse 14:12: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù.” L’amore per Dio e per suo Figlio che Egli ha mandato, che si manifesta nell’obbedienza a tutti i comandamenti (Gn. 14:15), questo è il distintivo! Quei cristiani avevano capito perfettamente, attraverso l’opera dello Spirito Santo (Gn. 14:26), che la loro fede in Gesù quale Figlio di Dio che toglie i peccati del mondo, li spingeva a dedicare la propria vita al suo servizio; ad anteporre la fedeltà alle cose confortevoli, piacevoli ed agli onori di questo mondo. I figli di Dio, in tutte le età, hanno portato questo distintivo come simbolo di appartenenza a Dio. Questo era il segno distintivo di Abramo, la cui profonda fede lo ha portato all’obbedienza e del quale Dio stesso ha detto: “perché Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò i miei ordini, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi” (Gn. 26:5). È stato il segno distintivo di Giuseppe, per questo egli rispose alla moglie di Potifar che gli chiedeva di giacere con lei: “Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?” (Gn. 39:9). I giovani Anania, Misael e Azaria, gli amici di Daniele, mostrarono chiaramente il loro distintivo al re Nabucodonosor quando, invitati ad inchinarsi di fronte all’immagine che egli aveva fatto erigere in suo onore, gli risposero: “…noi non serviremo i tuoi dèi, non adoreremo la statua d’oro che hai eretto” (Dan. 3:18). Gli apostoli hanno mostrato chiaramente il segno distintivo nel bel mezzo del paganesimo di Roma e del fanatismo del popolo ebraico; guidati dallo Spirito di Cristo poterono dire: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti 5:29). “Altri ancora subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati, il mondo non era degno di loro…” (Eb. 11: 36-38) (vedi Eb. 10: 32-34).
Colui che è il nostro esempio in tutte le cose, il Signore Gesù Cristo, lasciò ben chiaro quello che doveva essere il segno distintivo del popolo di Dio (1 Gv. 1:3-6). Lui stesso fu servo obbediente fino alla morte in croce e prima di concludere il suo ministero dichiarò: “Ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore” (Gv. 15:10).
Il settimo giorno
L’amore per Cristo e per i suoi figli deve permeare la vita di coloro che pretendono servirlo. E dico l’amore, perché è la sintesi della legge (Rm. 13:10). Giacomo ci insegna che la chiesa di Cristo dovrebbe avere questo distintivo; non una parziale obbedienza a vari o quasi tutti i comandamenti, ma a tutti (Gc. 2:10). Fede in Gesù, come nostro Salvatore, ed opere come un segno della nostra devozione e sottomissione a lui (Gc. 2:17-26). Così, le buone opere sono il frutto della nostra relazione con Cristo e il risultato della sua influenza nella nostra vita (Galati 5: 22-26).”I cristiani sono usciti dalle tenebre alla luce. Si sono rivestiti di Cristo, e portano il distintivo della verità e obbedienza “(Obreros Evangélicos, 407).
Ma c’è di più. La maggior parte delle attuali religioni cristiane affermano che i comandamenti sono ancora in vigore ma, ad esempio, in caso di scoppio di una guerra, mandano i loro giovani al fronte della battaglia insieme a loro pastori per offrirgli assistenza spirituale. Pastori e sacerdoti pregano per la vittoria dei loro eserciti. Può Dio ascoltare tali preghiere? (1) Il mondo non può vedere in queste opere il segno distintivo del cristianesimo autentico (Mt. 5:16). Ricordiamo che i primi cristiani rifiutavano anche il solo atto di prostrare la testa davanti ad un’immagine, quanto più i cristiani dovrebbero rifiutare di portare un’arma per togliere la vita ad un proprio simile.
E il Sabato? “Fa parte dell’antica dispensazione” – argomentano alcuni. Al suo posto hanno eretto un falso giorno di riposo, la domenica “la quale – dicono – deve essere osservata da tutta la cristianità“. (2) Questo non è il segno distintivo del popolo di Dio, ed è su questo punto che si concentrerà la tesi dei sostenitori della domenica per mettere fuori legge e perseguitare la chiesa di Cristo in un prossimo futuro, promulgando un decreto di morte (Ap.13). (3)
Il popolo cristiano avventista è stato chiamato da Dio per riparare la breccia che è stata fatta al muro dei Dieci Comandamenti (Is. 58:12). Con il suo aiuto dobbiamo sollevare questo distintivo che Dio ha benedetto e santificato nella creazione (Gn. 2:3), “perché è un segno fra me e voi per le vostre generazioni, perché sappiate che io sono il Signore che vi santifica” (Es 31:13).
Come la chiesa primitiva cristiana, il popolo avventista ha dovuto affrontare dure prove che hanno affinato la sua fede. La Guerra Civile Americana, la Prima Guerra mondiale, così come la Seconda e molte altre ancora, sono state il momento favorevole per mostra il segno distintivo della chiesa. Anche se vi sono stati molti che, sostenuti dai propri dirigenti, hanno deciso di andare ai campi di battaglia, una minoranza è rimasta fedele a Dio, decidendo di non combattere in guerra. Molti di questi eroi spirituali hanno perso la vita nei campi di concentramento, altri sono stati imprigionati e privati delle loro famiglie e dei loro beni, per aver rifiutato di servire gli ideali nazisti che erano in conflitto con la legge di Dio. Presentiamo qui alcuni passaggi dalle lettere che il fratello Anton Brugger, nato il 9 Aprile 1911 a Kaprun (Salzburg), scrisse nel 1942 a sua madre mentre era imprigionato in attesa della sentenza di morte: “Mi è stato chiesto più volte di cambiare la mia posizione (non voler imbracciare le armi) e mi hanno dato fino alla fine la possibilità di cambiare il mio modo di agire… Come ho promesso fedeltà al Signore Gesù nel battesimo e di osservare i suoi comandamenti in ogni circostanza, non c’è per me altra strada che accettare con pazienza anche la cosa più amara… Quando verrà il momento (si riferisce all’esecuzione) allora vi sarà sicuramente data la notizia. Invio i miei affettuosi saluti a tutti i miei cari, particolarmente alla cara Ester (la sua fidanzata) ed ai cari in Salisburgo… Il Signore ti benedica e ti aiuti. Ti saluta e bacia, tuo figlio Anton” (4). La sentenza è stata eseguita il 3 febbraio 1943.
Oltre ad Anton Brugger, ci sono stati altri martiri che hanno dato la vita per il Signore. Conosciamo il nome di alcuni, ma di altri no, anche se siamo confortati dal fatto che i loro nomi sono scritti nel libro della vita. Hanno sofferto nell’anonimato delle loro celle fredde e malsane; dissero no al peccato, amarono Gesù fino alla morte. Per loro il vivere era Cristo e il morire guadagno (Fil. 1:21). Il Movimento di Riforma Avventista non può dimenticarli, perché quegli uomini e donne, con lo scalpello ed il martello della loro obbedienza, hanno scolpito l’identità della nostra chiesa. La loro eredità non si limita a una manciata di lettere o parole emozionanti, ma si tratta di un esempio vivente di quello che dovrebbe diventare ciascuno di coloro che militano nelle file di Cristo.
Che ogni membro del Movimento di Riforma ricordi che abbiamo un’identità come popolo; forse piccolo e con scarse risorse, questo è vero, però popolo di Dio, nel cui nome confidiamo (Sof. 3:12). Mostriamo il nostro distintivo alle altre chiese ed al mondo; non con l’orgoglio di chi si sente meglio degli altri, ma con l’umiltà di chi sa che non si è nulla senza il favore del Signore e che si è in gran necessità della sua grazia, come qualsiasi mortale che popola questa terra. “Accettiamo il distintivo del cristianesimo. Non è un distintivo esterno, non è far uso di una croce o una corona, ma qualcosa che rivela l’unione dell’uomo con Dio” (Matutina Alza tus Ojos, 231).
“Significa una grande differenza nel modo in cui serviamo Dio. Il giovane che studia con riluttanza le sue lezioni perché deve impararle, non sarà mai un vero studente. L’uomo che pretende di osservare i comandamenti di Dio, perché pensa che si dovrebbe fare, mai entrerà nella gioia del obbedienza” (Matutina A Fin de Conocerle, 120).
La gloriosa futuro della chiesa
Guardando indietro, possiamo vedere la strada piena di pietre, spine e sangue, molto sangue. Corone di spine, scettri di dolore, mantelli di vergogna, urla e silenzio, lacrime e angoscia, ma anche molta pace interiore e molte vittorie contro l’io. Cuori trasformati e vite ripiene d’amore, amore dato a mani aperte. Uomini e donne che deposero le loro vite nella tomba contemplando per fede il loro futuro con speranza e “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo, il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere” (Tito 2:13,14). Il tempo della vita è breve, infinitamente breve: Cosa sono settant’anni, ottanta, rispetto a tutta un’eternità? Qualcuno, volendo definire l’eternità, fece la seguente allegoria: “Immaginate un colibrì spazzolando con le sue ali una montagna di diamante. Una volta consumata, sarebbe passato solo un secondo della eternità ”
In questa eternità potremo godere come figli di Dio, liberi dalle catene del peccato, liberi dal dolore fisico e psicologico, privi di tentazioni, liberi da malattia e morte. Un nuovo mondo (Ap. 21:3,4; Is.11:6-9; 1Co. 2:9). La chiesa di Cristo attende un futuro glorioso, se continua a mantenere in alto il suo distintivo e se confida pienamente in Gesù. Quindi, non perdiamo la nostra fiducia “che ha grande ricompensa” (Eb. 10:35). “…dobbiamo correre la gara che dà la corona dell’immortalità e la vita eterna. Sì, un peso incommensurabile ed eterno di gloria ci sarà dato come premio quando avremo finito la corsa “(Cristo en su Santuario, 47).
“Davanti a noi è stata posta la speranza, la speranza della vita eterna. Niente meno che questo soddisferà il nostro Redentore; ma dipende da noi se ci afferriamo a questa speranza per fede in Colui che ha promesso. Potremmo dover soffrire, ma coloro che partecipano con lui nelle sue sofferenze, parteciperanno con lui nella sua gloria. Egli ha acquistato il perdono e l’immortalità per le anime peccatrici degli uomini che periscono; ma dipende da noi ricevere quei doni per mezzo della fede. Credendo in lui, abbiamo questa speranza come un’àncora dell’anima, sicura e ferma. Dobbiamo capire che possiamo tranquillamente aspettare il favore di Dio non solo in questo mondo, ma nel mondo celeste, dal momento che Cristo ha pagato un prezzo così per la nostra salvezza. La fede nella redenzione e intercessione di Cristo ci terrà fermi e inamovibili tra le tentazioni che opprimono la Chiesa militante. Contempliamo la speranza gloriosa che sta dinanzi a noi ed afferriamola per fede… Raggiungiamo il cielo non per i nostri meriti, ma per i meriti di Cristo… Non si centri la vostra speranza in voi stessi ma in colui che è entrato oltre il velo...” (Matutina A Fin de Conocerle, 81).
“La vita eterna è la ricompensa che sarà data a coloro che obbediscono ai due grandi principi della legge di Dio: l’amore per Dio e per l’uomo… L’obbedienza a questi comandamenti è l’unica prova del fatto che l’uomo ha una conoscenza genuina e salvifica di Dio” (Ibid. 11).
Quando la visita alle catacombe terminò, salimmo le stesse scale precedentemente usate per scendere ed una boccata d’aria fresca ci annunciò che eravamo vicini alla superficie. Il sole splendeva nuovamente, gli uccelli e le farfalle svolazzavano tra gli alberi e i fiori di quel bellissimo luogo. Come gruppo, ci sedemmo su una panchina e dopo aver pregato e ringraziato Dio per il privilegio che c’era stato dato di contemplare quel luogo in cui avevano vissuto i nostri fratelli, leggemmo nel Gran Conflitto queste parole: “Il Datore della vita risveglierà tutti coloro che hanno «combattuto il buon combattimento» e molti martiri del Cristo usciranno da queste sinistre caverne” (ediz.1996, p. 39, cap.2).
La mia speranza e preghiera è che Dio ci conceda il suo Spirito Santo in modo da poter vivere in armonia con la verità che ci ha lasciato il Signore Gesù Cristo. Questo è il vero segno distintivo della chiesa di Cristo e di coloro che vi appartengono. Dio ti benedica. Amen.
Pastore José V.
Settembre 2017
(1) Il Catechismo cattolico, nel suo commento al comandamento “non uccidere”, punto 2261, pag. 497, in spagnolo, alla sua terza edizione del 1993, legge: “Nel discorso della montagna, il Signore richiama il precetto:” Non uccidere “(Mt. 5:21) ed aggiunge la proibizione assoluta all’ira, odio e vendetta. Inoltre, Cristo chiede ai suoi discepoli di porgere l’altra guancia (Mt 5:22-39), amare i nemici (Mt 5:44). Egli stesso non si difese e disse a Pietro di rimettere la spada nel fodero (Mt. 26:52)”. Nella sezione 2240, p. 493, dice: “La sottomissione all’autorità e la corresponsabilità per il bene comune esigono moralmente il pagamento delle tasse, l’esercizio del diritto di voto, la difesa del paese” (enfasi aggiunta) Come possiamo armonizzare la prima dichiarazione con la seconda? Uno delle due è sbagliata; chiaramente la seconda alla luce della Legge di Dio.
(2) “Dio ha un popolo, un popolo eletto, il cui discernimento deve essere santificato, e che non deve diventare profano mettendo nelle fondamenta, legno, fieno e stoppia. Ogni anima fedele ai comandamenti di Dio vedrà che il tratto distintivo della nostra fede è il giorno di riposo, il settimo giorno” (SDA Bible Commentary, volume IV, pag. 1190. Commento di Ellen White). Il fondamento che presentano quelli che sostengono l’osservanza della Domenica non è biblico. Il Sabato si trova nella legge che Dio ha promulgata al Sinai (Es. 20:8-11). La domenica fa parte dei rimanenti sei giorni della settimana, dati all’uomo per lavorare e prendersi cura di tutte le proprie attività. Non c’è niente di speciale in essa, cosa che non avviene con il sabato a cui Dio diede santità, per questo appartò il Sabato e benedisse, e si riposò in esso per darci un esempio (Gn. 2:2,3). Vediamo cosa il Catechismo Cattolica insegna: “Gesù è risorto dai morti ‘il primo giorno della settimana’… Poiché è il primo giorno, il giorno della risurrezione di Cristo richiama la prima creazione. Poiché è l’ ‘ottavo giorno’ dopo il sabato…esso simboleggia la nuova creazione inaugurata con la risurrezione di Cristo. Per i cristiani è diventato il primo di tutti i giorni, la prima di tutte le feste ‘il giorno del Signore’ (“Hè kyriakè Hemera” “dies dominica”), la ‘Domenica’. Ci incontriamo nel giorno del sole, perché è il primo giorno (dopo il sabato ebraico, ma anche il primo giorno), in cui Dio, traendo la materia dalle tenebre, ha creato il mondo. Questo stesso giorno Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti” (S. Giustino, Apol. 1,67; Ibid., punto 2174, p. 480).
(3) “Mi fu presentato un gruppo di persone che portavano il nome di Avventisti del settimo giorno, che consigliavano che la bandiera o il segno che ci rende un popolo particolare non si facesse sventolare in modo ben visibile, poiché essi sostenevano che non era la miglior politica per assicurare il successo delle nostre istituzioni. Questa bandiera distintiva deve rappresentarci in tutto il mondo fino alla fine del tempo di grazia. Nel descrivere il popolo del rimanente di Dio, Giovanni ci dice: “Qui e la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. (Apocalisse 14:12) Questo comprende la legge e il Vangelo. Il mondo e le chiese si stanno unendo per trasgredire la legge di Dio, per annullare il memoriale commemorativo di Dio, e per esaltare un giorno di riposo che porta la firma dell’uomo del peccato. Ma il sabato dell’Eterno nostro Dio e un segno che dimostra la differenza che esiste tra gli obbedienti e i disobbedienti. Vidi che alcuni stendevano le loro mani per togliere la nostra bandiera al fine di offuscare il suo significato Quando la gente accetta ed esalta un giorno di riposo spurio, e quando si allontana dall’obbedienza e dalla fedeltà a Dio, raggiungerà il medesimo punto che raggiunse il popolo ai giorni di Cristo…Allora sceglierà di nascondere la sua bandiera o sminuire la sua devozione? Il popolo che Dio ha onorato, ha benedetto e ha fatto prosperare, rifiuterà di rendere testimonianza in favore del memoriale di Dio in un tempo in cui questa testimonianza deve essere data? Non si stimeranno di più i comandamenti di Dio mentre gli uomini disprezzano la legge di Dio?” (E.G.W., Messaggi Scelti, vol.2, p.404, ediz. 2014)
(4) Seguir su Fe. Editorial de la Misión La Verdad Presente. Colombia, p. 59