LA GLOIRE DE DIEU
01/06/2016LA TOLLERANZA, IL PERICOLO DELLE PICCOLE COSE
01/06/2016La Bibbia ci dice che Dio è la fonte di tutto e che tutte le sue creature gli rendono onore e gloria. Nessun essere umano ha mai visto Dio, ma Egli ha permesso che certi uomini e donne avessero qualche visione della sua gloria e maestà e che questi “scorci celesti” fossero registrati nelle Scritture perché ne venissimo a conoscenza e per risvegliare in noi il desiderio di essere con il nostro Creatore.
L’immensità dell’universo
Per un attimo vi invito a riflettere sul fatto che in qualche momento dell’eternità Dio cominciò a creare tutto l’universo. Creò le galassie con le loro caratteristiche particolari. Gli astronomi credono che ci siano almeno alcuni miliardi di galassie nell’universo, ma non si conosce esattamente il numero. Dio è ancora più grande della sua opera, infatti la Bibbia dice: “Ma vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli ei cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita “ (1 Re. 8:27).
Sì, miei fratelli, questo è il Dio in cui crediamo e che serviamo. Non dobbiamo essere confusi, né credere alle false teorie sulla creazione dell’universo. Il nostro Dio ha creato tutto: “Il Signore ha creato tutte le stelle del cielo e ad ognuno ha posto nome” (Sal 147:4, traduzione propria in linea con la versione spagnola della Reina Valera Contemporánea). Troviamo lo stesso pensiero espresso dal profeta Isaia: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una” (Is. 40:26).
Abbiamo qualche informazione nella Bibbia che ci spieghi perché Dio ha creato tutto ciò che esiste in questo vasto universo?
Mostrarci la sua gloria
Il nostro allontanamento da Dio a causa del peccato ha chiuso i nostri occhi alle cose eterne. Per potervi accedere, almeno in parte, dobbiamo chiedere al Signore di illuminarci per mezzo del suo Spirito Santo (Giacomo 1:5). Quando ci abbandoniamo completamente nelle mani di Colui che ci ha creati, la fede comincia a svilupparsi e ci permette di entrare nel mondo sconosciuto del divino; infatti… “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Eb. 11: 6).
La fede, quindi, ci aiuta a guardare al di là di dove siamo, ci consente di lasciare la nostra dimora circostanziale e di viaggiare verso il trono dell’Eterno. Questo viaggio spirituale si realizza attraverso lo studio della Bibbia, perché “la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Dio” (Rm. 10:17). Ti invito a continuare il viaggio attraverso l’universo.
Dio basta a se stesso, non ha bisogno di nulla per essere felice, ma ha deciso di creare e di riversare nella sua opera tutto il suo amore. Uno sguardo profondo a ciò che ci circonda ci farà capire che la mano sapiente del Creatore ha fatto tutto con bellezza, significato e scopo. Se guardiamo al cielo in una notte stellata proveremo come il cuore si inondi di ammirazione. Davide fece sicuramente questa esperienza e per questo scrisse le seguenti parole: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l’opera delle sue mani ” (Sal. 19:1).
C’è uno scopo più alto nell’opera della creazione, cioè quello di mostrare la gloria di Dio. La parola “gloria” deriva dall’ebraico kâbôd che significa ricchezza, onore, splendore, capacità di infondere rispetto, venerazione. Il profeta Isaia dice che tutta la terra è piena della sua gloria (Isaia 6:3), così da rendercene conto ed essere motivati ad adorare Dio.
Quando Davide guardava il cielo, non sapeva quello che oggi noi sappiamo circa l’universo, ma immaginava che fosse immenso ed era profondamente colpito. Egli scrisse: “Quando considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cosa è l’uomo, che tu ti ricordi di lui, e il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?” (Sal 8:3-4).
In tutto questo vasto universo esiste un luogo in cui c’è la dimora di Dio. Daniele ebbe una visione del cielo: “Io continuai a guardare e vidi collocare dei troni, e un vegliardo sedersi. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che aveva ruote di fuoco ardente. Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, diecimila miriadi gli stavano davanti. Si tenne il giudizio e i libri furono aperti” (Dan. 7: 9-10).
Anche il discepolo Giovanni poté contemplare il cielo (Ap. 4:1-8) ed osservare come tutti gli angeli danno gloria a Dio (Ap. 4:9-11). Troviamo un’altra visione di Giovanni in Apocalisse 1:14-16. Anche Ezechiele ebbe una visione della gloria di Dio (Ez 1:26-28).
La gloria di Dio in Israele
Quel meraviglioso Dio Onnipotente, Onnisciente, Onnipresente, invia i suoi angeli per proteggerci e aiutarci; essi visitano costantemente la terra ed intervengono nelle nostre questioni. Abbiamo anche un angelo che si prende cura di noi e ci protegge. La cosa meravigliosa è che abbiamo una dimora, la Terra, con tutto il necessario per vivere, ma purtroppo pochi lo apprezzano.
Ma la cosa più grande è che Dio si è degnato di apparire agli esseri umani, questo è qualcosa di meraviglioso. Nell’Antico Testamento Egli è stato in mezzo a Israele. Nel Tabernacolo la sua presenza e la sua gloria si manifestavano sul propiziatorio dell’arca, questa realtà si chiamava la “santa Shekinah” o manifestazione della divina presenza. Parlava con i profeti, guidava il suo popolo, compiva miracoli, benediceva, nutriva e faceva prosperare. Attraverso l’Urim e il Thummim Egli manifestava la sua volontà. Non è straordinario che il Dio creatore di tutto l’universo stesse con il suo popolo?
La Parola fatta carne
In modo speciale, come esseri umani possiamo contemplare la sua gloria nel Nuovo Testamento, quando Gesù si incarnò e si fece uomo. Il Signore Gesù Cristo è Dio con noi (Mt. 1:23). La parola ebraica “Kâbôd” (Gloria), nel greco del Nuovo Testamento è doxa. Essa indica magnificenza, grandiosità, brillantezza, potenza, e si usa anche per lodare Dio. Quando gli angeli annunciarono la nascita di Gesù cantarono: “Doxa a Dio nei luoghi altissimi…” (Lc 2:14). Queste parole si applicano a Cristo, al momento della sua nascita, nella sua vita, morte e risurrezione.
Non e qualcosa di molto solenne e serio che il nostro Dio, il Creatore dell’universo e delle sue meraviglie, si sia fatto carne nella persona del Suo Figlio Gesù Cristo e abbia deciso di venire su questa terra per vivere con noi come essere umano, per aiutarci, redimerci, salvarci ed essere il nostro esempio?
Pietro esclama: “cose nelle quali gli angeli desiderano riguardare addentro” (1 Pt. 1,12). Gli angeli vogliono sapere di più sul piano di redenzione, vogliono contemplare, comprendere la redenzione dell’uomo, conoscere sempre di più, perché si dilettano nel dare gloria a Dio per tutte le meraviglie dell’universo, per averli creati e per dargli la possibilità di essere con Lui nel cielo, ma soprattutto per quello che ha fatto per questa umanità attraverso il Signore Gesù Cristo.
Quando Gesù ascese al cielo, gli angeli cantarono e gli diedero gloria (Sal. 24:7-10). Gesù ritornerà a prendere i suoi figli in questo mondo e verrà in gloria e si siederà sul trono della sua gloria (Matt. 25:31,34).
Conclusione
Cari fratelli e sorelle, dinanzi alla gloria di Dio, cosa decidiamo? Siamo concentrati sul nostro egoismo? O al contrario adoreremo e serviremo il nostro Signore?
Oggi si parla molto di realizzazione personale, tutto si concentra sul fatto che ognuno si senta bene e faccia ciò che gli piace, la cosa più importante è l’ “io”; viviamo in una società edonistica. “L’Edonismo è una dottrina della filosofia che considera il piacere come lo scopo o l’obiettivo della vita. Gli edonisti, quindi, vivono per godere dei piaceri, cercando di evitare il dolore” (http://definicion.de/hedonismo/)
Dobbiamo dedicare più tempo a dare gloria al nostro Creatore. Questo tempo non sarà perso, ma servirà ad educare noi stessi nella vita di fede, per conoscere Dio e Suo Figlio che ci ha redenti con il suo sangue. Servire e amare Dio è investire nel nostro sviluppo spirituale personale e quindi nella nostra felicità presente e futura. La vita eterna ci attende e potremo contemplare la gloria di Dio in tutta la sua pienezza.
Gesù ha sempre cercato di dare gloria al Padre, anche se Egli stesso aveva la sua gloria. Voglia il Signore aiutarci a riconoscere la sua grandezza e potenza nelle opere della creazione. Che il Signore ci insegni a vivere per dargli gloria, perché questo è il senso della vita, la ragione per cui Dio ci ha permesso di vivere. Lucifero fu creato da Dio per dargli gloria, infatti il nome Lucifero significa splendore di luce. L’angelo protettore doveva riflettere la gloria di Dio ed in questo consisteva la sua felicità e realizzazione personale, ma cercò la propria gloria.
Gesù non ha mai cercato la propria gloria, ma quella del Padre. Quale gloria cerchiamo noi? Quale atteggiamento abbiamo di fronte a Dio? Quale posto di importanza diamo al nostro Dio e a Gesù che Egli ha mandato? Qual è il nostro rapporto con lo Spirito di Dio? Che Dio abbia pietà del suo popolo e ci aiuti a dargli la gloria che Lui solo merita. Amen.
Pastore José V. Giner
Giugno 2016