LA GLORIA DI DIO
01/06/2016LE GRAND MÉDECIN
15/06/2016Esiste un tipo di tolleranza che è molto pericolosa, quella della sottovalutazione delle “piccole cose”. Essa porta alla trasgressione e al peccato. Tiatiri, la chiesa rimproverata per la sua tolleranza: “Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel…” (Ap.2:20) Iezabel rappresenta il peccato in generale, dalla idolatria alla fornicazione.
Il credente è invitato dalla Parola di Dio ad essere sobrio e a vegliare sulla propria condotta. Il Signore ci chiama ad essere fedeli nelle grandi, come nelle piccole cose e non ad essere tolleranti: “Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi” (Luca 16:10).
Non esistono peccati gravi e meno gravi, peccati mortali o peccati veniali, perché il peccato è pLA eccato; il risultato finale è la separazione da Dio. Perciò, non possiamo tollerare nulla nella nostra vita: “Ogni iniquità è peccato” (1Giovanni 5:17).
La distinzione fra mancanza grave e meno grave è frutto solo del pensiero dell’uomo e non trova riscontro in tutta la Bibbia: “Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1Corinzi 6:9,10).
Nel versetto appena letto, troviamo un breve elenco che taluni definiscono essere di “piccole cose”, come: ingiustizia, fornicazione, furto, avarizia, oltraggio, ecc. Ma Dio dice che chi pratica tali cose non erediterà il Regno di Dio. Sono proprio le cosiddette piccole cose che guastano la nostra intera vita spirituale.
LA BIBBIA CI AVVERTE:
* Ecclesiaste 10:1 “Le mosche morte fanno puzzare e imputridire l’olio del profumiere; un po’ di follia guasta il pregio della sapienza e della gloria”.
* Cantico dei Cantici 2:15 “Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore!”
* 1Corinzi 5:6 “Non sapete voi che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta?”
Esiste dunque, per ogni credente, il reale pericolo di tollerare le “piccole cose”. Dio ci chiama ad essere attenti a non tollerare le piccole cose quali:
LA DISONESTÀ
“Perché ci preoccupiamo d’agire onestamente non solo nel cospetto del Signore, ma anche nel cospetto degli uomini” (2 Corinzi 8:21). L’evasione fiscale, per esempio, è stata erroneamente definita peccato minore. Alcuni dicono: “Se lo Stato ci deruba, noi non possiamo fare a meno di essere disonesti”. Il credente è un cittadino onesto che paga le tasse. Spesso la disonestà nasconde l’amore per il denaro, il desiderio di prevalere, il tentativo di evadere le regole; “chi rubava non rubi più, ma s’affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, onde abbia di che far parte a colui che ha bisogno” (Efesini 4:28).
LA BUGIA
È stata definita un peccato veniale. Per il Signore, invece, la bugia è semplicemente peccato: “Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri” (Efesini 4:25). La bugia è peccato perché è dal diavolo: “Non mentite gli uni agli altri”: (Colossesi 3:9). Dio è severo riguardo alla bugia: “Ma per i codardi, gl’increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda” (Apocalisse 21:8)
LA MALDICENZA E IL MORMORIO
“Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza” (1Pietro 2:1). Tale atteggiamento è riprovevole ed odioso agli occhi di Dio: “Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne e chi semina discordie tra fratelli” (Proverbi 6:16-19). Dio odia la maldicenza. Il credente si distingue perché non è un maldicente e inoltre non raccoglie le maldicenze. Quando ascoltiamo una maldicenza, faremmo bene a dire alla persona che ci sta parlando che ciò che sta facendo è contrario alla Parola di Dio e che farebbe meglio a dire queste cose alla persona interessata. Spesso si sente rispondere: “Ma io glielo ho detto”; poi si corregge il tiro: “Ho cercato di farglielo capire”. Alla fine scopriamo che non è vera né l’una né l’altra cosa. Se una persona sistematicamente ti rapporta cose, frasi o avvenimenti di altri, sappi che per lui tu sei la persona con la quale avere un rapporto maldicente.
IL LINGUAGGIO VOLGARE O LE PAROLE SCONCE
“Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita. Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni. Fratelli miei, non dev’essere così” (Giacomo 3:5-10).
Talvolta, siamo condizionati e trascinati dal linguaggio in voga nella società. Dobbiamo però fare attenzione ed evitare tali situazioni: “Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato” (Matteo 12:36,37).
Faremmo bene a valutare certe frasi e modi di dire. Oggi, determinati termini sono stati sostituiti da parole che un tempo avrebbero fatto arrossire chiunque.
Ricordiamoci che possiamo essere anche poveri di linguaggio, per la nostra cultura elementare, ma mai volgari.
L’IMMORALITÀ
Spettacoli, film, programmi volgari. Oggi lo “zapping” ci porta a saltare da un canale all’altro; facciamo attenzione a non soffermarci su immagini poco edificanti: “Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio” (Efesini 5:3-5).
Il pudore e la riservatezza purtroppo non esistono più per gli altri, ma non deve essere così per i credenti: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Giovanni 2:15-17).
LA DISOBBEDIENZA E LA RIBELLIONE
Samuele disse: “Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’ubbidire alla sua voce? No, l’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della divinazione e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dei domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del Signore, anch’egli ti rigetta come re” (1Samuele 15:22,23). L’incapacità di ascoltare e di sottomettersi, denota carnalità, orgoglio, presunzione: “Ricorda loro che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti, pronti a fare ogni opera buona” (Tito 3:1).
IL FUMO, L’ALCOOL, LE DROGHE
Dobbiamo evitare di assumere sostanze che facciamo male alla salute per un fatto molto semplice: “Siamo il tempio dello Spirito Santo ed Egli dimora in noi”. Nella misura in cui ci rendiamo conto di questo, agiamo di conseguenza per fumo, alcool, cibi nocivi, ecc.: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Corinzi 6:19,20)
Queste sostanze guastano il corpo fisico e disonorano la presenza di Dio in noi: “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi” (1Corinzi 3:16,17).
CERTI PASSATEMPI E DIVERTIMENTI
Carte da gioco, cinema, discoteche ecc.: “Per consacrare il tempo che gli resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio. Basta con il tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle gozzoviglie e nelle illecite pratiche idolatriche. Per questo trovano strano che voi non corriate con loro agli stessi eccessi di dissolutezza e parlano male di voi” (1Pietro 4:1-4).
Non è edificante per un cristiano utilizzare in tal modo il proprio tempo libero: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: “Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”. “Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò”. E “sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente” (2Corinzi 6:14-18).
L’ambiente, il luogo e l’atmosfera, potrebbero nuocerci: “Non v’ingannate: “Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi” (1Corinzi 15:33). La musica, ad esempio, non dovrebbe eccitare i sensi, ma elevare lo spirito e glorificare Dio: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali” (Colossesi 3:16).
L’ESTERIORITÀ
Abiti, ornamenti, ori, collane: “Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore” (1Pietro.3:3-4).
La vanità, il voler apparire più che essere, le mode, la cura eccessiva della propria persona, rappresentano un pericoloso legame ed una schiavitù: “Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d’oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà” (1Timoteo 2:9,10).
Dobbiamo guardarci da ogni specie di male e da ogni contaminazione: “Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio” (2Corinzi 7:1).
Restiamo fedeli al Signore nelle piccole come nelle grandi cose, facendo sempre attenzione al pericolo della tolleranza verso il peccato: “Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi” (Luca 16:10).
L’apostolo Paolo esorta, senza la più minima tolleranza: “Il Signore conosce quelli che sono suoi” e “Si ritragga dall’iniquità chiunque pronunzia il nome del Signore” (2Timoteo2:19).
CONCLUSIONE
Abbiamo visto che tollerare le “piccole infedeltà” porta al peggioramento e al decadimento spirituale. Questo avvertimento non si applica solo alla chiesa di Tiatiri, ma anche a tutte le chiese di oggi, che vedono profeticamente adempiersi le parole di Gesù: “Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra”? (Luca 18:8). Quindi, c’è bisogno di vigilanza e rifiuto d’ogni forma di tolleranza verso il peccato. Solo il Signore e la Sua Parola possono essere la nostra garanzia e la nostra protezione. Amen!
Pastore Salvatore Ciprio