VITE DI SUCCESSO

Il successo secondo la maggioranza

C’è una parola che tutti amiamo: “Successo”. Deriva dal latino exitus e significa “uscita”, ma a seconda dell’utilizzo che ne facciamo può significare una cosa o un’altra. Per esempio, può fare riferimento all’effetto o al risultato di qualcosa che abbiamo intrapreso – “Abbiamo ottenuto un notevole successo nella vendita dei nostri prodotti”; oppure all’eccellenza sulla concorrenza – “Abbiamo avuto un grande successo nel raggiungere la meta per primi come squadra”. La maggior parte delle persone concepisce il successo personale in diversi ambiti della vita: sociale, lavorativo, familiare, sentimentale, ecc. Quindi, se uno ha un bel lavoro, ben pagato e una famiglia straordinaria, dove tutti vanno d’accordo ed inoltre possiede una buona casa con giardino in una zona residenziale sicura e piacevole, la salute e buoni amici, si può sostenere che tale persona abbia raggiunto il successo. Secondo il pensiero comune, il successo è quindi relazionato con il fatto che la vita vada bene in generale; pertanto più con il possedere che con l’essere. Come esseri umani, ci concentriamo soprattutto su come ottenere questo tipo di successo; quando si verifica il contrario si parla di fallimento.

Ma lasciatemi dire che questo non è il successo che soddisfa ed offre felicità duratura, perché è molto difficile, se non impossibile, raggiungere una condizione soddisfacente in tutti i settori della nostra vita in questo mondo. Se ci riusciamo, comunque, questo risulta essere sempre molto instabile. Può essere che stiamo bene economicamente, ma siamo malati o perdiamo i nostri beni; avere una buona salute ed essere senza lavoro. Ci sono molti che hanno una buona famiglia, ma soffrono le devastazioni di una guerra; a volte la gente vive in paesi dove non c’è giustizia sociale e la vita non è rispettata; è possibile ottenere un elevato livello intellettuale e non godere di buone relazioni sociali. Ci sono persone che hanno raggiunto il successo, secondo l’opinione pubblica, ma nel loro cuore sono infelici. Infine, c’è sempre qualcosa nella nostra vita che funge da fattore di disturbo, per questo concludiamo che il successo umano sarà sempre relativo e fragile, se lo guardiamo da questo punto di vista.

Successo divino

Questa visione del successo porta la gente a essere succube delle circostanze. Perché? Perché tali persone condizioneranno e accomoderanno sempre il proprio stato interiore a quello esteriore che le circonda. Quindi, una persona che ha molti soldi sarà felice fintanto che ne gode e li possiede, ma nel momento in cui dovessero terminare o perdersi, cadrà nella fossa della disperazione. Un giovane che ha concentrato tutti i propri sforzi per compiacere la ragazza che ama, se dovesse essere lasciato, si scoraggerebbe e penserebbe di essere un uomo fallito, senza successo in ambito sentimentale. Ci sono molte persone che, se la giornata è soleggiata, sono felici come se ogni cosa intorno a loro gli sorridesse, ma se nuvole nere coprono i raggi dorati del sole, si deprimono o si pongono di cattivo umore. Alcune persone hanno tutto, ma non sono mai soddisfatte, perché si concentrano su ciò che non hanno, invece di apprezzare ciò che possiedono. Altri non sono mai soddisfatti, non importa cosa succeda, hano sempre motivo di lamentarsi.

In realtà, il vero successo nella vita, è quello di conseguire un carattere nobile, equilibrato, come quello di Cristo; questo non si  insegna nelle scuole o nelle univer­sità. Si insegna a svolgere una professione con successo e ad affrontare le sfide della vita lavorativa, sociale, politica, economica, ecc., ma non si insegna a controllare il proprio temperamento. Solo chi è in grado di vivere al di sopra delle circostanze negative che lo circondano e di mantenere la propria integrità e pace interiore, nonostante tutto il male, può gustare il successo.

“Un grande nome tra gli uomini è come lettere tracciate sulla sabbia; ma un carattere senza macchia durerà per tutta l’eternità. Dio vi dà l’intelligenza ed una mente che ragiona, con la quale potere comprendere le sue promesse; e Gesù è pronto ad aiutavi a formare un carattere forte ed equilibrato. Coloro che possiedono un tale carattere non devono mai scoraggiarsi perché non hanno successo nelle cose del mondo. Sono “la luce del mondo” (Matteo 5:14). Satana non può distruggere o annullare la luce che riflettono” (E.G.White, Testimonios para la Iglesia, vol. 5, p. 546).

La Bibbia ci insegna che il successo è il risultato del vivere in armonia con Dio e del riuscire a riflettere un carattere come quello di suo Figlio Gesù Cristo: “E questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e Gesù Cristo, colui che hai mandato” (Gv. 17:3). Che meraviglia! Qui si afferma che conoscere Dio e Suo Figlio Gesù Cristo, equivale alla vita eterna. Cioè, che amare Dio e credere in suo Figlio Gesù Cristo, accettandolo come personale Salvatore, è la vita eterna, qualcosa che trascende ciò che qui abbiamo e siamo. Quando Cristo abita nei nostri cuori, Egli è la nostra guida e ispira i nostri pensieri e azioni; iniziamo ad assaporare l’eternità in questa vita fugace; abbiamo un pezzo di cielo nel nostro cuore; si sensibilizza l’animo umano ed inizia un processo di trasformazione che porterà all’auto-miglioramento. In un cuore in cui abita lo Spirito di Cristo, nessun c’è posto per il male. Questo è il successo secondo Dio.

Gesù ha insegnato che in questo mondo ogni essere umano vive difficoltà e problemi, anche coloro che affermano di credere e amare Dio: “Nel mondo avrete tribolazioni …” (Gv. 16:33). Queste parole sono state rivolte ai discepoli del Maestro e dimostrano che in questa vita non dobbiamo farci l’idea che tutto sarà “rose e fiori”, solo per il fatto di essere credenti. Prima o poi tutti viviamo afflizioni e dobbiamo essere pronti ad affrontarle senza “cadere a pezzi”. Solo con l’aiuto di Dio ce la possiamo fare. Vediamo quello che il testo completo di Giovanni ci dice: “Queste cose vi ho detto affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni; ma fatevi animo! Io ho vinto il mondo” (Gv. 16:33).

Qui si afferma che “in Cristo” possiamo raggiungere la pace. Non è questo il reale successo nella vita? A che serve possedere tutto l’oro del mondo, se non proviamo la pace interiore? Possiamo avere tutto il successo, secondo il mondo, ma se non siamo in pace con Dio, a cose vale? Pace interiore significa avere la coscienza libera da colpa; vivere in armonia con Dio, con se stessi e con gli altri; essere felici nonostante i tempi difficili in cui viviamo e non essere un “giocattolo” nelle mani delle circostanze.

“Chi ha il Figlio ha la vita” (1 Gv. 5:12); quindi vivere amando Cristo, credendo che Egli ci guida, ci  ispira ed aiuta, significa avere la vita autentica, che trascende; avere il controllo della nostra mente, essere padroni delle nostre azioni; è seminare amore ad ogni passo del cammino; è condividere la buona notizia della salvezza con il nostro prossimo; è lasciare un’impressione duratura nel cuore; è avere la certezza che stiamo facendo il meglio di ciò che sappiamo e possiamo; è impegnarsi a migliorare il nostro ambiente con la nostra influenza e con l’esempio. “Avere la vita” è sapere che un giorno, anche se moriremo, risorgeremo per essere con Cristo e vivere per sempre.

Il nostro unico modello

Quando studiamo il carattere di Cristo vediamo che Egli era perfetto in tutto ciò che faceva e che ci ha lasciato il suo esempio da seguire. La Parola ci dice che Cristo è il Creatore: “Tutte le cose sono state fatto per mezzo di lui, e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta ” (Gv. 1:3). Il Signore Gesù modellò con le sue mani ogni cespuglio, pianta, fiume, montagna, animale, stella che esiste. La cosa più bella per noi è che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza (Gn. 1:26). Tu ed io, non siamo il risultato della evoluzione, ma del disegno divino.

Questo meraviglioso Dio, pieno di potenza e gloria, si incarnò nella persona del suo Figlio Gesù Cristo, attraverso il quale egli ha fatto tutto. Il Creatore venne a vivere in questo mondo con noi. Non è rimasto nel cielo vedendo come degeneriamo e affondiamo nei nostri errori, ma si è abbassato lasciando la sua veste regale, il suo scettro e la sua corona, per essere uno come noi. Non è questo qualcosa di straordinario? Anche se Egli era il re dell’universo si fece servo degli uomini che Egli stesso aveva creato: “il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini… ” (Fil. 2:6-7).

Non solo prese la natura umana, ma visse in completa sottomissione al Padre, in realtà fu un servo del Padre e di ogni essere umano. Se studiamo la sua vita vedremo che Egli dedicò più tempo a guarire ed aiutare le persone che a predicare. Trascorreva le sue giornata visitando le persone nelle loro case, nelle piazze, nei campi, vicino al mare, ovunque si trovassero. Portava loro la pace e la speranza, le consolava, aiutava, guidava e rafforzava. Guariva i malati, perdonava i peccatori, risuscitava i morti, placava gli elementi naturali sconvolti, cacciava i demoni; mai alcuno fece opera simile. Non guardava alla razza, posizione sociale o livello intellettuale dell’individuo, semplicemente amava coloro che lo circondavano. L’opera di Cristo fu quella di servire l’umanità sofferente, di rendere il mondo migliore con la sua presenza lasciando un messaggio di speranza in ogni cuore perché la gente possa relazionarsi con Dio per mezzo di Lui. Cristo prese con una mano la nostra mano e con l’altra quella del Padre; così siamo uniti a Dio per mezzo del Figlio.

Però, il suo capolavoro fu il morire per noi sulla croce del Calvario “E, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil. 2:8). Perché Gesù è morto? Per pagare il nostro debito. Noi dovevamo morire per le nostre colpe e peccati, ma Gesù si è dato come offerta espiatoria, prendendo il nostro posto per pagare il debito che avevamo contratto.

Fu trattato come un vile criminale, picchiato, sputato, insultato, disprezzato, deriso e respinto come la peggiore feccia. Tuttavia, in ogni momento mantenne la serenità interiore; nessuno poteva rubargli la sua pace e calma infinite, il suo amore e compassione per la razza umana. Che mistero! Colui che stavano uccidendo avrebbe potuto difendersi e distruggerli tutti con un semplice sguardo, ma accettò con un’umiltà di cuore incomprensibile, tutta la sofferenza, così che tu ed io possiamo accettare oggi tutte le sue gioie. “Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca” (Is. 53:7).

Sembrava un essere umano fallito che pendeva da una croce, con la sua vita stroncata e senza successo. Ma quanto è lontano dalla realtà. Sulla croce, Cristo ottenne la vittoria sulla morte, morendo senza aver commesso un solo peccato. Paolo dirà che, con la morte di Cristo, la morte eterna è stato sconfitta: “La morte è stata inghiottita nella vittoria” (1 Cor. 15:54). Sì, una vittoria vinta nel suo carattere, vivendo in armonia con la legge di Dio.

Gesù visse senza commettere un solo peccato e oggi è disposto ad aiutarci in modo da sconfiggere il nemico e ottenere la trasformazione del carattere. Egli lo compie attraverso l’opera dello Spirito Santo che lavora nella nostra mente, influenzandoci e portandoci passo dopo passo verso il successo, perché da soli non possiamo farcela: “E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv. 16:8). “Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi” (Gv. 14: 16-17).

Questo è il successo che Dio desidera che raggiungiamo nella vita: la trasformazione del nostro carattere per opera dello Spirito di Cristo. Contemplando Gesù e seguendo il suo esempio, il cuore risponde alla chiamata divina e compie l’opera che Dio gli affida. Nuove sensazioni ed emozioni invadono l’anima, nuovi desideri e atteggiamenti si introducono nell’essere e quindi colui che prima era libertino diventa puro, l’ubriaco riesce ad essere sobrio, il ladro diventa onesto, il bugiardo si aggrappa alla verità, il rude cambia i suoi modi e diventa raffinato, il vecchio muore per nascere a vita nuova: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove” (2 Cor. 5:17). Contemplando Cristo siamo trasformati. Egli visse una vita di successo ed ora è pronto ad offrirla a ciascuno di noi. Gesù è il nostro unico modello da seguire, non deluderà nessuno e possiamo andare a Lui così come siamo, con i nostri pesi e peccati, con i nostri fallimenti e dolori. Non importa quello che sei o dove sei, oggi stesso vai a Cristo ed otterrai il perdono e il potere per vincere i tuoi peccati, questo è il successo.

“La preghiera è il mezzo stabilito da Dio per il successo nel conflitto con il peccato e nello sviluppo di un carattere cristiano. L’influsso divino che si ottiene in risposta alla preghiera della fede compirà nell’anima supplicante tutto ciò che essa richiede. Noi possiamo chiedere il perdono dei nostri peccati, lo Spirito Santo, un temperamento cristiano, saggezza, forza per compiere la sua volontà, e qualsiasi altro dono poiché Egli ha promesso che lo otterremo (Matteo 21:22). (E.W.White, Gli Uomini che Vinsero un Impero, ediz. 2012, pp.397-398).

Paolo perseguitava i cristiani e li affidava alla morte. Era decisamente agguerrito nell’opera di distruggere la chiesa cristiana nascente. Ma un giorno Cristo incrociò la sua strada e Paolo ebbe una trasformazione straordinaria: da persecutore divenne perseguitato. Colui che un tempo era un acerrimo nemico della fede cristiana, riuscì a convertirsi in un difensore ad oltranza degli insegnamenti del Maestro. Consideriamo il linguaggio che egli usa riferendosi alla sua esperienza: “Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Filip. 3:8).

Paolo si innamorò di Cristo e prese la decisione di lasciare tutto per seguirlo. Probabilmente la gente del suo tempo lo considerò un fanatico o un folle, un fallito e senza successo, soprattutto poiché rinunciò al suo status per amore di Gesù. Non che egli volesse lasciare tutto quello che aveva ed era, ma a motivo della fede che aveva abbracciato dovette rompere con molte idee e concetti. Questo è abbastanza difficile perché la maggioranza si aggrappa disperatamente a tutto ciò che ha sempre amato e praticato. Non intendo dire che sia impossibile cambiare il particolare modo di pensare e di agire che abbiamo avuto per anni, ma lo è certamente senza l’aiuto di Dio. In materia di fede, ogni essere umano deve essere disposto a rivedere i propri concetti e a confrontarli con quelli che la Parola di Dio ci insegna; se sono in armonia allora stiamo percorrendo la strada giusta, altrimenti non c’è luce, spiritualmente parlando (Is. 8:20). In questo caso, il Signore ci offre il suo aiuto in modo da poterlo seguire e amare.

Paolo è un buon riferimento per noi, poiché visse quello che insegnò e raggiunse profondi cambiamenti nel suo carattere. Un uomo che odiava a morte i cristiani, imparò ad amarli e ad essere come loro. Un uomo che usava la violenza per conseguire i propri obiettivi, imparò ad essere un operatore di pace. Un uomo fiero della sua conoscenza, comprese che questo non significava nulla se non era in armonia con gli insegnamenti biblici. Un uomo cieco che ora vedeva. Il suo cuore fu trasformato dall’opera dello Spirito Santo e giunse a morire come martire della causa cristiana.

Conclusione

Il vero successo, quindi, è quello di giungere a riflettere il carattere di Cristo nella nostra vita, tutto il resto è secondario. È vivendo come Cristo ha vissuto che possiamo sperimentare la gioia che egli ha provato ed alla fine, un giorno, secondo la sua promessa, ereditare la vita eterna.

Qualcuno ha detto che il successo nella vita non consiste nel vincere sempre, ma nel mai scoraggiarsi. Ti incoraggio ad andare avanti nel perseguimento di un carattere a somiglianza di Cristo; Egli ci ha lasciato il suo esempio nella sua Parola e la capacità di relazionarci con Lui attraverso la preghiera e lo studio delle Scritture. Cristo ci invita ad imitarlo e ci dà il potere per compierlo: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime” (Mt. 11:28).

Non scoraggiarti, se hai visto finora pochi risultati, continua a relazionarti con Dio per mezzo di Cristo, dagli il tuo cuore perché Lui lo modelli; lascia che lo Spirito Santo ti avvolga con la sua dolce influenza e chiedi con fervore un cambiamento interiore, perché solo chi chiede, cerca e bussa, riceverà e gli sarà aperto e troverà. Dio ti benedica.